venerdì 14 settembre 2012

Paolo Hurtado, l’abile ‘Caballito’ dell’Alianza Lima



Nel barrio porteño di Callao non ci sono che campi senza erba e tanta povertà. La terra e la ghiaia – per i ragazzini che prendono a calci un pallone – sono all’ordine del giorno così come la criminalità e le ginocchia sbucciate.
Ma qui il calcio è sacro, e può capitare che tra i tanti giovani che calcano questi campetti di periferia ci sia qualcuno che sia una spanna sopra agli altri. Nato il 27 luglio 1990, Paolo Hurtado è uno di questi: il Dio del pallone gli ha donato un tocco di palla fuori dal normale, e già dall’età di 8 anni si vede che ci sa fare, tanto che al torneo organizzato dalla sua squadra di quartiere (l’Academia Calzolao) alcuni emissari dell’Alianza Lima lo notano e decidono di prelevarlo e sgrezzarlo a loro modo.
A La Victoria Hurtado diventa un vero giocatore, e nel 2007 il tecnico uruguagio Diego Aguirre gli fa giocare una partita valida per la Copa Panamericana contro l’America di Città del Messico e Hurtado se la cava, tanto da essere adocchiato da alcuni talent scout del River Plate in missione. Assieme al compagno Cristopher Soto parte alla volta di Buenos Aires, ma il provino non va come deve e – nel 2008 – rientra alla società blanquiazules; l’esordio in prima squadra arriva proprio in questa stagione, nel match perso per 1-0 contro lo Sport Ancash, ma la vera soddisfazione arriva il 9 marzo 2008, quando Hurtado segna il suo primo gol da professionista bucando la rete del Cesar Vallejo.


Dopo un’ottima annata, la dirigenza dell’Alianza decide – sapientemente – di mandarlo in prestito per giocare con continuità; ecco allora che il ‘Caballito‘ (come viene soprannominato il ragazzo) sbarca in casa Juan Aurich, giocando in maniera continua e convincente tanto che il Ciclòn chiede la proroga del prestito fino a fine anno. Si arriva dunque al 2010, con l’Alianza che lo richiama alla base e, nello stesso tempo, costruisce una squadra in grado di fare la voce grossa sugli avversari. Hurtado sente la fiducia dei compagni, dell’ambiente e del tecnico, che sfrutta la sua duttilità utilizzandolo dapprima come centrale in marcatura, poi come ‘volante‘ e, successivamente, perfino come mezzapunta. Quando però Gustavo Costas lo sistema sul centro – destra, a macinare giocatein avanti per le punte, ecco che il ragazzo da il meglio di se e mostra a tutti le sue caratteristiche. Destro naturale, Hurtado evidenzia una tecnica di base invidiabile unita ad una rapidità interessante e, come se non bastasse, denota anche un senso del gol che lo porta spesso a concludere verso la porta avversaria.

Il talentino di casa Alianza piace, e al club di Lima sono già arrivate proposte dal Belgio, dall’Olanda, dalla Polonia e dalla Russia ma Hurtado non si muove, almeno per ora. Da parte sua, il giovane prospetto fa sapere che vuole vincere il titolo con la sua società attuale, ma di non escludere un suo futuro olandese, terra che ha fatto la fortuna del suo idolo calcistico, ovvero Jefferson Farfàn.

Leggilo anche su Calcio Sudamericano

Nessun commento:

Posta un commento