mercoledì 22 gennaio 2014

Milan: presente e futuro della gestione Seedorf


Da ormai quindici giorni Clarence Seedorf è l'allenatore del Milan. Dopo un periodo di crisi societaria, Silvio Berlusconi, la figlia Barbara e - anche se più defilato - Adriano Galliani, hanno optato sull'olandese per sostituire Massimiliano Allegri, tecnico con il quale si era arrivati agli estremi. La sconfitta di Sassuolo ha sancito il definitivo divorzio, anticipando - di fatto - di pochi mesi quello che sarebbe inevitabilmente successo a giugno. Ovvero la separazione dal livornese, che già aveva preannunciato l'addio ad inizio gennaio.


Detto questo, nelle ore seguenti al match di Reggio Emilia si profilavano diverse soluzione per l'immediato. La più quotata vedeva Mauro Tassotti come traghettatore,com'è poi effettivamente avvenuto per un solo match (quello di Coppa Italia contro lo Spezia); in seconda battuta, si vociferava di una candidatura di Filippo Inzaghi, che però alla fine è stato lasciato (giustamente) a lavorare tra i giovani, con i quali sta facendo benissimo. Infine Seedorf, che dopo aver annunciato l'addio al calcio giocato (e al Botafogo) tra abracci e lacrime, si è subito portato a Milano per firmare l'accordo con il Milan.

In tal senso, a mio parere, sono due i discorsi importanti da approfondire. Il primo riguarda il modulo di gioco che il nuovo allenatore intederà adottare, mentre il secondo - più di prospettiva - riguarda l'aspetto tecnico che assumerà il Milan del futuro. 

Riguardo il modulo, Seedorf è stato chiaro nella sua prima conferenza stampa
Questa squadra ha giocato principalmente col 4-3-3, io scelgo il 4-2-3-1 per sfruttare le grandi qualità che abbiamo là davanti, per sviluppare un gioco più offensivo. Contro il Barcellona ho visto le caratteristiche dei giocatori in questi anni sfruttate al massimo. E’ molto più importante per me la filosofia di gioco che il sistema di gioco. Sarà quella a dover essere assimilata dai giocatori.


Molto interessante l'ultima parte dell'intervento, che è poi la colpa che la maggior parte dei tifosi imputa ad Allegri. Il fatto di aver adattato poco le qualità della rosa al modulo, ha alla lunga penalizzato l'ex tecnico rossonero, che dal mio punto di vista andava allontanato ben prima di gennaio 2014. Dopo aver vinto il titolo al primo anno, Allegri ha clamorosamente fallito il bis la stagione seguente con una rosa decisamente più forte della Juventus, che vantava - tra gli altri - due top player come Ibrahimovic e Thiago Silva. Detto questo, Seedorf all'esordio in campionato si è buttato subito sul 4-2-3-1, volendo esaltare le qualità del reparto migliore di questo Milan, ovvero l'attacco. Davanti ad Abbiati hanno giocato Zapata e Bonera, mentre sulle fasce si sono cimentati De Sciglio a destra (Abate è infortunato) e il rilanciato Emanuelson a sinistra. In mezzo spazio a De Jong e Montolivo, a protezione di Robinho, Kakà, Honda e Mario Balotelli. Alcuni di questi giocatori, a mio parere, rappresentato veri e propri aghi della bilancia. 


Partiamo da Balotelli. Che Mario abbia un caratteraccio, in campo e fuori, è indiscutibile, come sono altrettanto indiscutibili i suoi numeri e la poca costanza con cui li mette in pratica sul terreno di gioco. Già, perchè se pur esaltato da molti, Balotelli in questa stagione ha messo a segno solamente 11 reti tra campionato e coppe su 23 presenze; pochini, se si considera il fatto che tre di questi sono stati realizzati dagli undici metri e - nel contempo - Mario non si è fatto mancare quattro giornate di squalifica. Proprio per questo sono curioso di vedere come si "prenderanno" a vicenda questi due, dato che la questione caratteriale riguardante Balotelli è stata ripresa proprio ieri da Mauro Tassotti.

Queste le sue parole

Deve avere 'più partecipazione emotiva durante la partita': è quello che il nuovo allenatore si aspetta da lui.

Ce lo aspettiamo anche noi.
 
In seconda battuta, andrà valutato in ottica 4-2-3-1 Riccardo Montolivo. Io non sono un particolare estimatore di questo ragazzo, nè dal lato tecnico nè - tantomeno - dal lato agonistico. Lo trovo spesso molle e poco incline a rincorrere l'avversario, ha delle lacune difensive tattiche che il 4-3-3 ha saltuariamente mascherato, e che in una mediana a due potrebbero clamorosamentepalesare tutti i suoi limiti. Supportare quattro giocatori dalle spiccate doti offensive potrebbe essere troppo, come troppa sarebbe la concorrenza in un centrocampo che - ad oggi - conta ben sei centrali al netto delle cessioni che potranno avvenire nei giorni prossimi. In tal senso, uno degli intoccabili penso possa essere De Jong.

Passiamo ad un'analisi dei reparti, uno per uno. La domanda che mi pongo è: come intende (Seedorf) capovolgere la mentalità che il Milan aveva ormai assunto sotto la guida Allegri? Ribaltare l'idea di gioco rinunciataria è possibile? A mio parere sì, ma in estate Galliani & C. dovranno lavorare parecchio in tal senso.



La difesa è il reparto più debole, senza "se" e senza "ma". Quando sui social network leggo di tifosi milanisti che invocano rinforzi però mi scappa una risata. Mi pare pacifico che il Milan non possa intervenire visto l'alto numero dei giocatori già presenti in rosa; ulteriori difensori - oltre a gravare ulteriormente sul monte ingaggi - servirebbero solo ad affollare il reparto. Innanzitutto va chiarito il rebus portiere. Abbiati va in scadenza a giugno, e secondo alcune indiscrezioni il Milan sarebbe interessato a Marchetti, portiere della Lazio. Prima di fare un confronto tra i due, occorre anche dire che oggi, i rossoneri, hanno a contratto ben quattro estremi difensori, due dei quali toglieranno le tende a giugno (Coppola ed Amelia), mentre di Gabriel si deve ancora capirne l'utilità visto che Marchetti è un obiettivo. Dicevo del confronto tra Abbiati e il secondo di Buffon in nazionale; impari, almeno a mio parere, ma va valutata anche la richiesta di Lotito che per un classe 1983 vorrebbe una decina di milioni. E', appunto, da prendere in considerazione il fatto di virare su un portiere meno costoso oppure puntare ancora su Abbiati, ma a cifre più ragionevoli. 

I laterali difensivi sono tutti da studiare, eccezion fatta per Mattia De Sciglio, che considero un perno imprescindibile per la ricostruzione del Milan stesso. Abate andava ceduto quando lo Zenit si presentò con 9 milioni di euro, magari per sistemare definitivamente la fascia sinistra dove Allegri aveva addirittura adattato Constant. Al centro, in pochi meritano la riconferma: sicuramente il nuovo arrivo Rami, forse Zapata, al limite (ma proprio al limite, anche per il piede mancino che lo adatta alla posizione, Silvestre). Gli altri (Mexes, Zaccardo, Bonera) hanno fatto il loro tempo.



Discorso centrocampo. Come anticipato prima, Seedorf giocherà preferibilmente con due mediani a schermo davanti alla difesa. Inutile dire come alcuni giocatori si autoescludano a priori. Uno su tutti, Constant, che a me piace tantissimo come mezz'ala e che porterei volentieri al Torino per sistemare il centrocampo. Poi Nocerino, un altro che non ha nè i tempi nè le caratteristiche per abbinare le due fasi in questo modulo. Rimangono De Jong (ripeto, punto fermo), Montolivo, Muntari e Poli, ragazzo che deve essere valorizzato in chiave Italia. Poli deve affinarsi, ma è giovane e se dovesse piacere a Seedorf può darsi che Clarence gli dia il giusto spazio, dato che l'ex Samp rappresenta anche un patrimonio per la società (con un contratto in scadenza nel 2017). In questo senso si dovrebbe parlare anche di Cristante, che Allegri ha buttato nella mischia nella partita di campionato contro l'Atalanta ed è stato ripagato con un gol. Cristante deve giocare, non importa se al Milan o altrove; il problema che mi sembra di mettere a fuoco è il poco spazio che potrebbe avere nel Milan a venire. Io gli suggerirei un prestito.

Nei giorni scorsi, molti giornali hanno riportato l'interesse dei rossoneri per Adam Maher, centrocampista classe 1993 in forza al PSV di Eindhoven.



Fermo restando che Maher è un ottimo elemento, parlo in senso assoluto, non lo vedo proprio congeniale al progetto Milan. Questo ragazzo gioca prevalentemente da mezz'ala, ha un bel destro ed un tiro potente, oltre a doti non comuni quanto ad inserimenti nello spazio. Insomma, probabilmente un gioiellino. Ma il rischio di svenarsi per un giocatore non adatto alla propria filosofia, il Milan non può permettersi di correrlo. Vero è che Maher può, all'occorrenza, giocare a ridosso delle punte, ma andrebbe ad intaccare un reparto già pieno zeppo di interpreti. 

Detto di Robinho, che lascerà (e sgraverà finalmente il Milan di un ingaggio spropositato), una volta valutate le condizioni di Pazzini si potrà avere un quadro più completo del reparto offensivo rossonero. Che rimane, sempre a mio parere, abbastanza assortito. Spero che Seedorf sappia rilanciare El Shaarawy, mentre su Saponara ho meno speranze, dettate anche da fatto che inserirsi tra Honda, Kakà, il Faraone, Balotelli ed - eventualmente - proprio Pazzini, equivale a costringersi a guardare un bel po' di partite da fuori. Anche perchè, conoscendo Berlusconi, il solito colpo ad effetto potrebbe piazzarlo anche se sono convinto che si lavorerà parecchio per puntellare le altre zone del campo.

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