lunedì 29 dicembre 2014

#Australia2015 Mini Guida alla Asian Cup of Nations 2015



Con il match di apertura tra i padroni di casa australiani ed il Kuwait, prenderà il via il 9 gennaio la sedicesima edizione di Asian Cup of Nations. La massima competizione continentale asiatica si giocherà infatti, per la prima volta nella storia, in terra d'Australia; la federazione, dopo essere entrata a far parte dell'AFC, ha scalato le posizioni in fretta, affermandosi tra le più organizzate del continente.

Niente di più facile, perchè oggi l'Australia ha potenzialità - anche sportive - di livello mondiale. In tal senso, un segnale forte è arrivato da Melbourne, dove un paio di mesi fa sono stati stati sorteggiati i gironi che vedranno impegnate le sedici protagoniste nei ventidue giorni di manifestazione: sfarzo, organizzazione, nessuna polemica. Inoltre c'è da rimarcare come la nazionale negli ultimi dieci anni abbia fatto passi da gigante, arrivando - nel 2009 - fino a toccare la quattordicesima posizione del ranking FIFA.

Le partite si giocheranno in cinque impianti avvenieristici e ulteriormente sistemati di recente per la grande occasione: Canberra, Melbourne, Sydney, Newcastle e Brisbane. I padroni di casa più Giappone e Corea del Sud, hanno staccato il pass grazie al podio conquistato nella precedente edizione, giocata nel 2011, che proprio i nipponici allora guidati da Alberto Zaccheroni si portarono a casa. Le altre 44 nazionali si sono giocate invece la qualificazione sul campo, con l'ultimo nome (intrigante) uscito dalla Challenge Cup. A vincerla è stata la Palestina, unica squadra del lotto al debutto assoluto.

La composizione dei gironi è discretamente interessante. Nel Gruppo A, i padroni di casa dovranno superare Oman e Kuwait, due compagini tecnicamente inferiori ma molto organizzate, per poi battagliarsi la vetta del raggruppamento con la Corea del Sud, collettivo che arriva da uno dei peggiori momenti della propria storia a livello calcistico. Il Gruppo B sarà invece molto equilibrato, con la sola Corea del Nord che sembra non poter tenere testa ad Uzbekistan, Arabia Saudita e Cina. Nel terzo girone c'è l'Iran, una tra le mine vaganti della manifestazione, che parte leggermente avvantaggiata sugli Emirati Arabi, ma ci si aspetta una prova di maturità dal Qatar. Il tutto mentre il Bahrain giocherà il ruolo di guastafeste. Infine, il Giappone - che deve difendere il titolo conquistato quattro anni fa - sarà la testa di serie del Gruppo D, dove se la vedrà con Iraq, Giordania e, appunto, la piccola Palestina

GRUPPO A

AUSTRALIA
Partecipazioni totali: 3
Miglior piazzamento: 2° posto (2011)
Allenatore: Ange Postecoglou
Capitano: Mile Jedinak
La stella: Tim Cahill
Il giovane talento: Matthew Ryan

La finale persa nel 2011 contro il Giappone brucia ancora. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia per l'Australia, che a metà degli anni 2000 ha chiesto (ed ottenuto) di entrare a far parte della confederazione asiatica, con ottimo profitto. Dopo il Mondiale 2006 sono arrivate due qualificazioni alla Coppa d'Asia, inframezzate da altre due rassegne iridate. Rispetto al 2006 i Socceroos dispongono di meno qualità, ma con l'arrivo di Postecoglou in panchina la rosa è stata discretamente svecchiata, nonostante uno zoccolo duro ancora presente per dare esperienza e carisma. Il portiere Matthew Ryan, stellina del Bruges, è una delle stelle più attese dopo le recenti prove in Europa League; in mediana la coppia composta dal capitano Jedinak e dal suo vice Bresciano rappresenta senza dubbio il punto di forza di un undici probabilmente poco incisivo in attacco, dove - prima dell'addio al calcio - ci sarà ancora spazio per Tim Cahill in veste di "falso nueve", con Tomi Juric (Western Sydney Wanderers) pronto dalla panchina.

COREA DEL SUD
Partecipazioni totali: 13
Miglior piazzamento: 1° posto (1956, 1960)
Allenatore: Uli Stielike
Capitano: Ki Sung-Yeung
La stella: Lee Chung-yon
Il giovane talento: Son Heung-min

Pochi mesi fa la federazione sudcoreana ha messo sotto contratto il tedesco Stielike per dare una sterzata all'ambiente depresso post Brasile 2014. Missione fino ad ora fallita, perchè la Corea del Sud è lontana parente della squadra ammirata fino al 2011; poco battagliera, paga un ricambio generazionale parziale che oggi la porta a sperare nella vena delle sue stelle, capaci in giornata di risolvere ogni tipo di problema. Per questo nella trasferta in terra australiana sarà fondamentale l'apporto di Son: l'esterno del Bayer Leverkusen che sa svariare su più fronti d'attacco avrà il compito di guidare una rosa tecnicamente sotto la media al passaggio del turno, obbiettivo minimo che - se non centrato - potrebbe portare all'allontanamento di Stielike. Che, alla ricerca dei gol perduti, ha rimesso al centro dell'attacco Lee Keun-ho e affidato le chiavi della regia al capitano Ki, uno dei pochi che con il club sta giocando tanto e bene. Tra i pali toccherà ancora a Jung, prossimo a sfondare il muro delle 70 presenze con i Taegeuk Warriors.

OMAN
Partecipazioni totali: 3
Miglior piazzamento: 9° posto (2004)
Allenatore: Paul Le Guen
Capitano: Ali Al-Habsi
La stella: Ali Al-Habsi
Il giovane talento: Ali Salim Al-Nahar

Era il giugno del 2011 quando il Qatar iniziava una nuova, probabilmente la prima vera, era calcistica della propria storia. La federazione strappa un contratto a Paul Le Guen, uno che spesso è stato messo ai margini per la sua durezza e schiettezza. Uno che, però, ad insegnare calcio è un maestro. Arrivato con l'obbiettivo di centrare la qualificazione al Mondiale brasiliano, Le Guen si è dovuto accontentare di alcune prove maiuscole e di portare la squadra alla sua terza Coppa d'Asia. L'Oman è una squadra tecnicamente povera, ma essendo ai più sconosciuta potrebbe anche ribaltare i pronostici e candidarsi a sorpresa del torneo. Il fatto che tutti i componenti della rosa giochino in patria di certo non aiuta; in tal senso sarà importante l'apporto di Al-Habsi, numero uno che da anni calca i campi inglesi dove oggi gioca con il Wigan. I gol invece vengono chiesti ad Amad Al-Hosni, centravanti in forza al Saham, 30enne e uno dei tre soldati di Le Guen ad aver già oltrepassato le centro presenze con la maglia dei Red Warriors.

KUWAIT
Partecipazioni totali: 10
Miglior piazzamento: 1° posto (1980)
Allenatore: Nabil Maaloul
Capitano: Nawaf Al-Khaldi
La stella: Bader Al Mutawa
Il giovane talento: Fahad Al Ansari

Sono lontani i fasti degli anni '80, quando lo sceicco organizzò la delegazione volta ad affrontare la trasferta mondiale spagnola. Nel 1982 il Kuwait si affacciò al mondo, ma già due anni prima vinse la sua prima ed unica Coppa d'Asia, dopo due apparizioni precedenti e sei che arriveranno in futuro. Ad oggi il Kuwait non sembra poter fare meglio del 2011, quando uscì dalla fase a gruppi collezionando brutte figure in serie, ma l'inserimento in un girone comunque difficile assume una duplice interpretazione: vittima sacrificale sì, ma con la scusa di essere nettamente inferiore alle altre. A guidare gli Al-Azraq c'è Nabil Maaloul, tunisino classe 1962 che vanta esperienze in patria sulla panchina della nazionale, volto più a costruire un gruppo esperto che a lanciare giovani. In porta Al-Khaldi garantisce sicurezza, in mezzo Waleed Ali costruisce le trame finalizzate (si spera) Bader Al-Mutawa. La punta, che gioca nel Qadsia, è il massimo goleador del Kuwait e se la intende con Yousef Nasser, fromboliere dalla giocata sempre in canna.

GRUPPO B

UZBEKISTAN
Partecipazioni totali: 6
Miglior piazzamento: 4° posto (2011)
Allenatore: Mirjalol Qosimov
Capitano: Server Djeparov
La stella: Sanzhar Tursunov
Il giovane talento: Igor Sergeev

L'ottimo lavoro giovanile fatto a livello di under 17 e under 20 ha catapultato l'Uzbekistan nell'élite del calcio asiatico. La nuova linfa ha dato vita ad un progetto ambizioso, che punta - come da dichiarazione del presidente federale Usmanov - all'obbiettivo finale targato 2018, con la qualificazione al mondiale di Russia. Il ct Qosimov ha a disposizione una discreta squadra, forse non pronta a replicare (se non migliorare) il quarto posto ottenuto in Qatar, ma senza dubbio con caratteristiche che ne fanno una delle mine vaganti di una manifestazione da sempre sorprendente. Se tra i giovani sono Paktakhor, Bunyodkor e Lokomotiv Tashkent a fornire lo zoccolo duro, tra i grandi si punta forte sugli emigrati; dalla stella Djeparov (che oggi gioca in Corea del Sud) fino a Tursunov, stella del campionato ucraino, passando per il terzino Denisov ed il centrale Ismailov. Tutta gente d'esperienza, pronta a dare battaglia. Un consiglio? Tenete d'occhio Igor Sergeev, 21 anni, attaccante in grado di ricoprire qualsiasi posizione sul fronte offensivo. 

ARABIA SAUDITA
Partecipazioni totali: 9
Miglior piazzamento: 1° posto (1984, 1988, 1996)
Allenatore: Cosmin Olaroiu
Capitano: Osama Hawsawi
La stella: Nasser Al-Shamrani
Il giovane talento: Mustafa Al-Bassas

La finale di Champions League persa dall'Al Hilal ha riesumato il buon vecchio calcio arabo dalla naftalina. Dopo i fasti degli anni '90 infatti, il progresso sportivo si è fermato in Arabia tanto da rispedire nell'anonimato i "Falconi Verdi". L'ultimo trionfo in ambito continentale risale al 1996, quando la generazione degli Al-Owairan sparava le ultime cartucce; da allora sono stati cambiati ben 24 allenatori, l'ultimo dei quali alla vigilia della prossima Coppa d'Asia. Le divergenze con la federazione hanno portato all'esonero dello spagnolo Lopez Caro; al suo posto è stato scelto il romeno Olaroiu, con meno esperienza internazionale ma più attitudine al sano lavoro di campo. Il resto, in un gruppo non trascendentale ma pur sempre pericoloso, dovranno farlo i giocatori. Molto dipenderà dal "fattore" Al Shamrani, la stella del gruppo, attaccante che proprio con l'Al-Hilal (è il club a prestare più giocatori alla nazionale) è salito all'onore delle cronache. Se lui gira, allora nessun traguardo sarà precluso.

CINA
Partecipazioni totali: 11
Miglior piazzamento: 2° posto (1984, 2004)
Allenatore: Alain Perrin
Capitano: Zheng Zhi
La stella: Gao Lin
Il giovane talento: Li Ang

Riuscire dove nemmeno il maestro Milutinovic è riuscito pare essere una "mission impossible" non da poco. In Cina il calcio di per sè ha preso campo da qualche anno, ma la nazionale non riesce ad affermarsi come la grandezza del paese consentirebbe. Ci proverà Alain Perrin, abituato da giocatore a lottare su ogni pallone. La sua squadra pesca molto dai top club locali, che essendo però infarciti di stranieri faticano ad esportare il proprio prodotto all'estero. Il tecnico francese punta forte sul gioco palla a terra, tanto da aver chiamato solo due attaccanti di ruolo, infarcendo mediana e trequarti sperando in qualche invenzione di Gao Lin, giocatore prezioso anche tatticamente tanto da essere entrato nelle grazie di Lippi nel Guangzhou piglia tutto dell'ultimo biennio. Basterà? Difficile, però l'età media della Cina è relativamente giovane e Perrin potrebbe mirare a lavorare sul lungo periodo - cosa che gli è stata espressamente richiesta dalla federazione - cercando di cementificare un gruppo di titolari in vista di impegni futuri.

COREA DEL NORD
Partecipazioni totali: 4
Miglior piazzamento: 4° posto (1980)
Allenatore: Yun Jong-Su
Capitano: Ri Myong-Guk
La stella: Jong Tae-Se
Il giovane talento: Jank Kuk-Jol

Come l'Uzbekistan, anche la Corea del Nord sta vivendo un periodo particolarmente fortunato. Lo sport è parte integrante della formazione sociale di tutti, in questo paese, e le accademie abbondano di buoni atleti. La vittoria in Challenge Cup del 2012 ha qualificato i "Chollima" senza bisogno delle qualificazioni: oggi, dopo un paio di successi a livello giovanile, ci si prepara per l'assalto ai primi quattro posti. "Possiamo tranquillamente arrivare in semifinale - ha detto il ct Ri Myong-Guk in una recente intervista al sito della FIFA - con il lavoro e l'abnegazione si ottiene molto, e noi ne siamo la prova sul campo". Vero, però poi c'è l'altro lato della medaglia, che vede la maggior parte dei 23 "soldati" partiti alla volta dell'Australia militare in un campionato di livello simile al dilettantismo. Squadra giovane, impostata su moduli europei (Ri ha variato più volte alternando 4-4-2 e 4-3-3), sperimentale quanto basta per permettere ai ragazzi di accumulare esperienza. Interessante la coppia d'attacco, con Jong (presente a Sudafrica 2010) accanto a Pak, punta del Vaduz. 

GRUPPO C

IRAN
Partecipazioni totali: 13
Miglior piazzamento: 1° posto (1969, 1972, 1976)
Allenatore: Carlos Queiroz
Capitano: Javad Nekounam
La stella: Reza "Gucci" Ghoochannejhad
Il giovane talento: Sardar Azmoun

Tutto ruota intorno a "Gucci", al secolo Reza Ghoochannejhad. La punta iraniana è stato l'uomo copertina della spedizione brasiliana di giugno, dove il "Team Melli" ha dato filo da torcere a tutte le avversarie incontrate. Costretto da quasi tre anni di isolamente, l'Iran non ha potuto preparare al meglio la Coppa d'Asia e, soprattutto, in tutto questo tempo ha disputato pochissime amichevoli. Ma Carlos Queiroz, portoghese di 61 anni, non si è arreso e spesso si è trovato a versare acqua sul fuoco, centrando ugualmente l'obbiettivo Australia 2015 al quale partecipa con buona parte del gruppo di Brasile 2014. Le stelle? Facile. Oltre al già citato "Gucci", i centrocampisti Ashkan Dejagah e Javad Nekounam, coppia assortita che assieme al mediano Andranik Teymourian compone il reparto più solido della squadra. Occhio al talento del Rubin Kazan, Sardar Azmoun, classe 1995 e freccia affilata dell'arco di Queiroz. A difendere la porta, infine, ci sarà Alireza Haghighi, numero uno in forza ai portoghesi del Penafiel.

EMIRATI ARABI UNITI
Partecipazioni totali: 9
Miglior piazzamento: 2° posto (1996)
Allenatore: Mahdi Ali
Capitano: Ismail Matar
La stella: Omar Abdulrahman
Il giovane talento: Majeed Hassan

E' ora di fare il salto di qualità. Soprattutto oggi, in un momento storico in cui il campionato locale è tra i più ricchi d'Asia, la nazionale degli Emirati Arabi è chiamata a tirare su la testa dopo anni di anonimato. Ci hanno provato in tanti a risollevarla: da Parreira a Lobanovsky, passando per Queiroz, Zagallo, Michel, Hodgson e Advocaat. Niente, perchè l'improvvisazione è sempre stata parte integrante del calcio a queste latitudini. Da due anni però Mahdi Ali ha provato ad invertire la rotta; il tecnico, subentrato alla gestione Katanec, abita in patria e gira i campi della massima divisione con taccuino e assistente al seguito, per non perdersi nulla. Le qualificazioni a Brasile 2014, culminate con pesanti umiliazioni, sono servite per riazzerare tutto e ripartire dai giovani mixati ad una spina dorsale esperta. Tra loro spicca la figura di Abdulrahman, da anni massimo esponente del calcio emiratino, classe 1991 in forza all'Al Ain di Gyan Asamoah. Nei 23 in rosa figura un solo straniero, il centrale difensivo Hamdan Al Kamali, in forza al Valletta (Malta).

QATAR
Partecipazioni totali: 8
Miglior piazzamento: 7° posto (2011)
Allenatore: Djamel Belmadi
Capitano: Meshal Abdullah
La stella: Wesam Rizik
Il giovane talento: Abdelkarim Hassan

Prove generali per il mondiale del 2022. Questo deve fare il Qatar, allenato dal franco-algerino Belmadi, uno che da giocatore ha girato l'Europa per poi terminare proprio in Qatar la carriera. Migliorare i quarti di finale sembra oggettivamente difficile, ma provarci è d'obbligo nonostante le apparenti difficoltà. Come quello degli Emirati, il livello del campionato locale ha giovato dei numerosi stranieri che ne hanno innalzato il livello, a discapito però dei prodotti locali. Belmadi proverà a trovarne (o rispolverarne) qualcuno, affiancandolo ad elementi di esperienza come Bilal Mohammed o Wesam Rizik, primatista di presenze attuale con la maglia degli "Al Annabi". Khalfan Ibrahim è invece l'elemento di spicco del centrocampo: destro naturale, calcia bene dalla distanza e non distegna qualche gol su palla inattiva. Nel Gruppo D di qualificazione, dove il Qatar si è classificato secondo alle spalle del Bahrain, Ibrahim è risultato il miglior assist-man. Dai suoi piedi passano infatti la maggior parte delle speranze di gloria.

BAHRAIN
Partecipazioni totali: 5
Miglior piazzamento: 15° posto (2007)
Allenatore: Marjian Eid
Capitano: Mohamed Husain
La stella: Ismail Abdul-Latif
Il giovane talento: Sayed Saeed

Dopo aver messo in riga il Qatar, il Bahrain è pronto a stupire ancora. Allenati da Marijan Eid, vecchia gloria locale in forza alle nazionali federali dal 2007, i "Lupi Rossi" hanno trovato le loro fortune grazie ad una solidità difensiva senza eguali. Nelle precedenti quattro apparizioni fu proprio la retroguardia a fare acqua da tutte le parti; oggi il Bahrain possiede un ottimo portiere come Sayed Jaffer e una coppia centrale fisicamente prestante, composta dal capitano Mohammed Husain e dal compagno Abdulla Saleh. Dalla mediana in su cala la qualità, ma non la quantità, che davanti ha in Ismail Abdul-Latif la sua massima espressione. Con soli tre elementi militanti all'estero (tutti in Arabia Saudita: oltre ai già citati Husain ed Abdul-Latif c'è anche il mediano Al-Safi) manca l'esperienza, per questo si cercherà di ovviare a questa defezione importante puntando sullo spirito di gruppo e sull'organizzazione: "Partiamo tra l'indifferenza generale - ha dichiarato Eid - per questo saremo ancora più motivati a fare bene".  

GRUPPO D

GIAPPONE
Partecipazioni totali: 8
Miglior piazzamento: 1° posto (1992, 2000, 2004, 2011)
Allenatore: Javier Aguirre
Capitano: Makoto Hasebe
La stella: Keisuke Honda
Il giovane talento: Naomichi Ueda

Primatista con quattro successi, il Giappone si presenta al via con animi contrastanti. Questo perchè si arriva da anni di gestione oculata e positiva targata Zaccheroni (con la sola eccezione dell'ultimo mondiale) al nuovo corso Aguirre; l'allenatore messicano ha dato l'impressione di capirci davvero poco, tanto che pare aver già un erede designato (Petrovic) e le ore contate. Ma in Australia ci sarà lui, che in fase di convocazione ha lasciato fuori Takashi Usami (miglior giocatore in J League quest'anno) e il talentuoso Minamino, puntando più sull'usato sicuro. I suoi scudieri saranno i soliti: Kawashima in porta, Nagatomo e Yoshida sulle fasce difensive, gli esperti Hasebe ed Endo a centrocampo più la "spruzzata fantasia" composta dal trio Honda - Kagawa - Okazaki. L'attaccante del Mainz è anche quello più versatile, e permetterà più varianti offensive ad Aguirre. Che, con il suo 4-3-3, fino ad oggi non ha rubato particolarmente l'occhio, sbarcando in Australia con un solo risultato a disposizione: la vittoria. Questo o (un probabile) addio.

GIORDANIA
Partecipazioni totali: 3
Miglior piazzamento: 6° posto (2011)
Allenatore: Ray Wilkins
Capitano: Amer Deeb
La stella: Amer Shafi
Il giovane talento: Raja'i Ayed

Dall'Inghilterra con entusiasmo. Quando a gennaio Ray Wilkins si convince a lasciare Londra le reali prospettive della Giordania erano ancora sconosciute. Invece, sotto la guida dell'ex centrocampista del Milan, le "Aquile" hanno centrato la loro terza qualificazione alla Coppa d'Asia. Missione compiuta, quindi. E invece no, perchè Wilkins alla vigilia della partenza per Sydney ha suonato la carica: "Andiamo in Australia per fare bene. Le premesse ci sono". Dal punto di vista del campo la Giordania è una vera e propria cooperativa del gol, basti pensare che su 10 realizzazioni in fase di qualificazione ben nove se li sono distribuiti i quattro attaccanti presenti in rosa. Il più famoso, e probabilmente più forte, è Ahmad Hayel, classe '83 con una vita spesa nella massima divisione del Kuwait. Altre individualità sono il portiere Ahmer Shafi, il terzino destro Oday Zahran e il centrocampista Odai Al-Sayfi, eletto nel 2014 sportivo dell'anno in Giordania.

IRAQ
Partecipazioni totali: 8
Miglior piazzamento: 1° posto (2007)
Allenatore: Radhi Shenaishel
Capitano: Younis Mahmoud
La stella: Younis Mahmoud
Il giovane talento: Humam Tariq

Una presenza mondiale (1986) e poco altro. La storia calcistica dell'Iraq non può però prescindere da tutto ciò che il paese ha passato. La guerra ha dilaniato uno stato e decimato un popolo, che nel 2007 - al gol di Younis Mahmoud che regalò la Coppa d'Asia ai "Leoni della Mesopotamia" - pensava di essersi lasciato il peggio alle spalle. Invece no, sebbene il lavoro a livello calcistico sia andato avanti, seppur a tentoni. Mahmoud, si diceva; è senza dubbio lui l'uomo ed il simbolo del popolo iraqeno, tanto che il suo posto al centro dell'attacco non è mai stato in discussione nonostante oggi sia senza squadra. Oltre che bomber, Mahmoud si è più volte esposto in maniera contraria alla dittatura di Saddam Hussein, rischiando anche il carcere, urlando il suo disprezzo dall'alto della sua visibilità. La squadra? Discreta, organizzata, con poche individualità ma un'intelaiatura interessante. La vigilia ha però purtroppo privato l'Iraq di Ali Abbas: il centrocampista di Adelaide City si è infortunato un mese fa e non sarà della spedizione.

PALESTINA
Partecipazioni totali: 1
Miglior piazzamento: -
Allenatore: Saeb Jendeya
Capitano: Ramzi Saleh
La stella: Ashraf Nu'man
Il giovane talento: Abdullah Jaber

C'è sempre una prima volta. E, almeno adesso, vada come deve andare. Il benvenuto alla Palestina è d'obbligo, sopratuttto per le vicende storico-politiche che hanno portato il piccolo paese mediorientale ad affacciarsi solo adesso nel calcio che conta. Il momento è positivo: il 2014 ha fatto registrare il punto più alto toccato nel ranking FIFA (94° posto), e la prima vittoria in un match giocato in patria, arrivata con il 3-1 rifilato all'Indonesia in quel di Hebron nel 2012, può finalmente essere considerato un buon punto di partenza. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, la Palestina porterà in Australia ben sette elementi che militano all'estero; due di loro, Mahmud Eid e Imad Zatara, sono infatti impegnati nell'Allsvenskan svedese, mentre il centrale Omar Jarun difende i colori canadesi degli Ottawa Fury. Infine, Alexis Norambuena e Javier Cohene, tesserati rispettivamente per club polacchi (Belchatow) e serbi (Borac) regalano a coach Jendeya una difesa interessante. Nu'man, punta che gioca in Arabia, è la stella.


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