mercoledì 15 luglio 2015

#RPL La parola ai quattro esperti


Controverso, sconosciuto, spesso banalizzato. E'il mondo del calcio russo, visto nell'Europa occidentale come semplice sfogo di magnati e petrolieri. Ma dietro alle decine di luoghi comuni, portati avanti - tra l'altro - da professionisti che confondono sistematicamente le due
squadre di Krasnodar (tanto per fare un esempio), c'è comunque un mondo da scoprire, con potenzialità enormi (ad oggi sfruttate male, questo sì) e un bacino d'utenza sterminato. Per parlare della nuova imminente stagione ho così deciso di far intervenire, qui sulle mie pagine, quattro esperti del settore che ho imparato a conoscere ed apprezzare in questi anni: Michael Braga, Stefano Conforti, Alberto Farinone e Matteo Mongelli.
Con loro mi sono fatto una chiacchierata provando a spaziare su più temi, ricavandone un' "intervista a quattro" decisamente interessante.

Partiamo dall’inizio. Negli ultimi giorni circolano voci riguardanti un ipotetico rinvio dell’inizio del campionato? Com’è la situazione ad oggi? Il 17 potremo sederci davanti alla tv per la gara inaugurale tra Spartak ed Ufa?

Braga: Conoscendo la Russian Premier League possiamo aspettarci di tutto. Dubito però che si arrivi a questo, non porterebbe beneficio a nessuno. Già l’anno scorso in molti si sono lamentati del calendario, che prevedeva una pausa a ottobre causa nazionale e gare a dicembre, e quest’anno, con gli europei alla fine (che magari non riguarderanno la nazionale ma in ogni caso la durata del torneo ne deve tenere conto) la stagione non può andare oltre. Penso, e spero, si arrivi a un accordo, anche perché comunque la regola sugli stranieri è una norma con la quale i club convivono da tempo, non è una novità assoluta.
Conforti: La situazione organizzativa del calcio russo è disastrosa. Non c'è nessun progetto e a tre anni di distanza dai Mondiali casalinghi nessuno è capace di invertire questo terribile trend. Riguardo il rinvio del campionato, tutto gira sempre intorno al famoso limite. I club chiedono in generale un più sobrio 10+15 mentre la Federazione punta con fermezza sul 6+5. Il ministro dell sport russo Vitalij Mutko ha detto che finché non verrà deciso quale limite adottare, la stagione di RPL inizia. La probabilità che il campionato venga rinviato è altissima.
Farinone: Alla fin fine penso di sì, anche se in Russia tutto è possibile e questa Federazione ha già ampiamente dimostrato di essere inadeguata. Già il fatto che, a pochi giorni dalla partenza del torneo, abbiano deciso di cambiare nuovamente le regole, diminuendo il numero di giocatori stranieri schierabili contemporaneamente in campo, è indicativo...
Mongelli: Ad oggi la situazione è confusa. La Lega e il Ministero dello Sport stanno arrivando allo scontro per quanto riguarda il numero di russi da schierare in campo. Lo scorso anno era in vigore una regola che prevedeva almeno 4 russi che la Russian Football Union aveva deciso di cambiare: massimo 10 stranieri in rosa, ma tutti potenzialmente schierabili in campo contemporaneamente. La politica però si è messa in mezzo, chiedendo un restringimento rispetto alle regole dello scorso anno, con un numero minimo di 5 russi. I club sono spaccati e una decisione ancora non è stata presa. E' possibile uno slittamento dell'inizio del torneo, anche se non credo si arriverà a ciò.

Uno degli argomenti caldi degli ultimi mesi è la nuova modifica della regola riguardante i giocatori stranieri. Voi che ne pensate? Mettere “paletti” aiuta a crescere o semplicemente è un limite?

Braga: Il limite sugli stranieri è….un limite! E non serve l’opinione di uno sconosciuto come me, basta vedere i (non) risultati che ha portato con sé. Nella storia quante volte il proibizionismo, sul lungo termine, ha portato vantaggi? Mai. La concorrenza è la principale fonte di crescita, toglierla adagia i calciatori russi perché sicuri di un posto e di uno stipendio più che importante. Molti giocatori russi che vestono casacche di club di RPL senza il limite starebbero in FNL. Io posso capire che si tema il fatto che arrivino stranieri di qualunque tipo, in alcuni casi anche scarsi, che possono oscurare i giovani russi. Ma, alla fine, chi è forte viene fuori davvero, anzi, con la concorrenza straniera, oltre a imparare cose nuove (a maggior ragione in virtù del fatto che tutti i russi giocano in patria) come metodi e ideologie calcistiche, è costretto a dimostrare, tutte le settimane, che quel posto in campo è suo. Se ce l’ha a priori, perché dovrebbe anche impegnarsi? Il limite è nato in virtù della nazionale e del mondiale casalingo. La situazione attuale della Sbornaya Rossii è l’esemplificazione della fallimentarietà del limite, che non solo non si è rivelato positivo, ma addirittura patologico per il movimento, con investimenti bloccati e operazioni interne forzate che hanno indebolito sia le squadre cedenti che quelle acquistanti. E non venitemi a dire che il limite è necessario perché la generazione russa non è delle migliori: davvero Moldovia, Austria, Corea del Nord e Algeria sono avversari insormontabili per la Russia? Davvero la Russia non è in grado di creare due azioni da gol nella stessa partita?
Conforti: A parer mio il limite deve essere abrogato. Non a caso, la generazione d'oro del calcio russo è nata da un calcio vero senza nessun tipo di "paletto". Introdurre un limite come quello sugli stranieri è una mossa che non solo porta a rendere il campionato meno competitivo, ma pure a crescere dei giovani senza motivazioni. Cosa serve impegnarsi se il posto nell'undici titolare è già garantito? Questo ovviamente, porta a un effetto domino che ormai ha distrutto tutto il sistema del calcio russo. Essendoci tale limite, i giocatori russi più bravini vengono pagati a suon di milioni da parte dei top club russi, i quali gli garantiscono stipendi da capogiro. Una volta fatto ciò, con stipendi altissimi e la vicinanza della famiglia, che ambizione c'è ad andare all'estero per guadagnare meno, senza un posto assicurato nell'undici di partenza e con tempi di adattamento lunghi (non conoscendo magari la lingua) con la famiglia che magari preferisce restarsene in Russia? Ovviamente il limite permette di aumentare la gamma di giocatori convocabili in nazionale, ma la domanda di fondo allora è: meglio poco di qualità o tanto di mediocrità? In Turchia hanno capito tutto ed hanno appena tolto il limite, mentre i criticabili dirigenti russi hanno scelto la seconda opzione. Gli effetti li vedremo ancora meglio i prossimi anni.
Farinone: Io ho una mia idea e da quella non mi schiodo. Un giocatore, per crescere (anche - e soprattutto - da un punto di vista mentale), non ha bisogno di agevolazioni, di "aiutini", ma della sana concorrenza, possibilmente agguerrita. Nel corso degli anni ho visto troppi calciatori russi sedersi sugli allori perché sicuri di avere il posto da titolare garantito in squadra. E' indubbio che al giorno d'oggi ci sia un serio e grave problema relativo al numero ridotto di giocatori russi di un certo livello e tutto ciò si ripercuote sui risultati sempre più modesti della nazionale. E, allo stesso tempo, il Mondiale casalingo si avvicina minacciosamente. Però non è così che si risolvono i problemi. Inoltre, ovviamente, il famigerato limite sugli stranieri rende più complicata la vita delle cosiddette big, che si ritrovano costrette a far giocare elementi al di sotto dei propri standard soltanto in quanto muniti di passaporto russo. E in Europa poi ne paghi le conseguenze... Tutto ciò non è per niente meritocratico, mi pare piuttosto evidente.
Mongelli: E' un limite. Ed è una questione oggettiva. In diversi anni con il limite, non si sono ottenuti risultati nè in Russia nè in Turchia (tanto che quest'ultimi stanno piano piano eliminandolo completamente). I giocatori russi si sentono sicuri del posto e le motivazioni vanno piano piano perdendosi. Inoltre c'è un'altra considerazione: l'ipervalutazione degli stessi giocatori. I russi hanno valori di mercato e stipendi esagerati, rendendo impossibile trasferirsi all'estero e confrontarsi con altri tipi di calcio. Il risultato odierno è che la nazionalità vale più delle qualità tecniche.

La Russian Premier League stenta a decollare a livello europeo. Nonostante alcuni exploit a livello di club, il brand non viene visto come appetibile dalle tv “occidentali”. Qual è la vostra ricetta per rilanciarne l’immagine?

Braga: A dir la verità la RPL è snobbata quasi solo in Italia. Molti network americani ed europei la trasmettono. Diciamo che la RPL non fa nulla per aumentare l’appeal del suo prodotto. Basti vedere quanto occore continuamente con gli impianti: l’Ural gioca in una palestra, l’Ufa non ha avuto lo stadio tutto l’anno. Fortunatamente esistono alcune eccezioni, come il Krasnodar e lo splendido derby che regala col Kuban. La mia ricetta? Innanzitutto organizzare un calendario preciso e sensato, poi sistemare la questione stadi e infine cominciare a fare bene nelle coppe Europee. Eliminerei altre vie come partite all’estero o simili. Poi c’è un’altra questione da trattare, che riguarda due “problematiche” dalla quale la Russia non può prescindere. I fusi orari e le connesse distanze, e la lingua, ostacolano decisamente il processo d’integrazione del movimento in Italia, così come in Europa. Tutti (gli appassionati) in Italia conoscono bene l’Eredivisie, probabilmente anche il campionato portoghese, mentre del torneo russo sanno decisamente poco, nonostante questo non valga meno (parlano i coefficienti UEFA). La ricerca delle informazioni purtroppo è gioco forza complessa e quindi spesso giungono notizie superficiali e poco veritiere. Concluderei sottolineando anche una sorta di pregiudizio che matura spesso nei confronti del calcio russo.
Conforti: A mio parere, a livello assoluto, la Russian Premier League è un campionato di qualità del tutto paragonabile alla Ligue 1 francese. I più grandi problemi per i club russi sono due: il marketing e le infrastrutture. Nessuno sa vendere il prodotto, valorizzandosi. Non tutte le società sono attive sui social e di fondo non c'è una direzione comune. Inoltre, per gran parte dei club le strutture non sono all'altezza o addirittura mancano. Nel corso degli ultimi il calcio russo al posto di migliorare ha fatto degli enormi passi indietro che lo porteranno non solo a venire deriso ai mondiali casalinghi, ma è pure a rischio l'Europeo in Francia. I modelli, per me, dovrebbero essere Polonia e Turchia. In entrambi i paesi in questione, si può vedere un progetto che ha portato alla costruzione di un sacco di infrastrutture che hanno avvicinato la popolazione al calcio. Sono convinto che nei prossimi anni sentiremo parlare molto dell'Ekstraklasa e della Super Lig. La mia ricetta è quella di eliminare tutta la classe dirigenziale del calcio russo che ha sprecato un sacco di soldi, sostituendola con gente competente ed utile alla causa. Il resto verrà da se.
Farinone: Forse il treno è già passato. L'occasione propizia era capitata dopo gli Europei del 2008, ma - per vari motivi - la Russia non è riuscita a sfruttarla. Probabilmente era la stessa Russian Premier Liga a non essere ancora pronta per un certo tipo di visibilità internazionale. Per rilanciare l'immagine del campionato ritengo siano tre gli aspetti fondamentali: migliorare le infrastrutture (e, possibilmente, portare più gente allo stadio...), tornare protagonisti sul mercato con acquisti di spessore provenienti dall'estero e nel frattempo sperare che emerga una bella batteria di giovani talenti locali. Io rimango tuttavia convinto del fatto che siano proprio gli exploit (anche isolati) a garantire un minimo interesse. Molti appassionati di calcio russo hanno cominciato ad avvicinarsi a questo movimento dopo i trionfi europei di CSKA o Zenit e non è stato un caso. Insomma, dovremmo sperare che il prossimo anno lo Zenit arrivi - chennesò - in semifinale di Champions oppure che il Krasnodar di turno vinca l'Europa League... Imprese abbastanza complicate, direi.
Mongelli: Secondo il mio punto di vista, l'interesse si matura solo con le vittorie in campo internazionale. E per vincere si deve investire. Sia sui giovani locali, mettendo loro a disposizione strutture e tecnici all'avanguardia, come sta succedendo in alcune realtà (come ad esempio il Krasnodar), sia sui calciatori stranieri: stadi nuovi almeno nelle realtà più importanti; incremento della vendita del prodotto all'estero.

Prima di passare al campo ed al calcio giocato, è necessario affrontare il discorso FPF. A pagare (caro, a mio parere ndr) sono Krasnodar e Dinamo Mosca, due società che lo scorso anno in Europa si erano messe in mostra. I moscoviti sono stati addirittura esclusi dalle competizioni UEFA in attesa di ricorso. Due pesi e due misure?

Braga: Sono poco competente in materia, quindi mi limito ad esprimere la mia opinione a riguardo: parto col Krasnodar; squalificare per il FPF la squadra di Galitsky è una vera e propria sciocchezza, e se il regolamento lo consente vuol dire che il FPF non ha senso. Come fa una squadra che vuole crescere a non poter fare investimenti propri che esulino dai ricavi? E’ come se in un azienda si bloccasse a priori aumenti di capitali e investimenti di terzi. Si bloccherebbe il sistema oltre a fare qualcosa privo di senso. La squalifica della Dinamo Mosca è sconcertante, l’emblema del due pesi e due misure.
Conforti: Sicuramente. La Russia è stato uno dei pochissimi, se non l'unico Paese che ha votato per Blatter e le sue dimissioni non hanno fatto che peggiorare l'immagine dei russi. Se a ciò aggiungiamo anche la terribile propaganda anti-russa praticata dagli Americani che ha inevitabilmente influenzato pure gli Europei, si può facilmente intendere da dove vengano queste sanzioni. Inoltre, da quanto è emerso, Platini vuole creare una superlega europea con tutti i top club a partire dai prossimi anni. Per fare ciò si dovranno eliminare le "mele marce", ecco perché stanno facendo di tutto per rallentare lo sviluppo del calcio russo. E non mi sorprenderei nemmeno se revocassero i Mondiali del 2018, d'altronde gli Inglesi aspettano solo quello...
Farinone: Direi propri di sì. Il fairplay finanziario dell'UEFA è la più grande truffa legalizzata nella storia di questo sport. Come potranno le squadre russe competere con le corazzate europee? Se proprio vogliono dare delle regole (per me non necessarie, per cent'anni ognuno ha speso quello che gli pareva e non è mai morto nessuno) dovrebbero imporre un tetto massimo di costi che sia uguale per tutti e non proporzionato ai ricavi. Altrimenti si azzera la competizione.
Mongelli: Si potrebbe dire di sì. In molti hanno lanciato l'idea che alla UEFA non abbiano digerito che la Russia abbia supportato Blatter nell'ultima corsa alla presidenza FIFA, andando contro i diktat di Platini. Il Krasnodar (club le cui spese sono comunque state contenute negli anni) si è visto bloccare il mercato in entrata - potranno arrivare solo svincolati. Ma la situazione peggiore è quella della Dinamo Mosca. Ai poliziotti è stato bocciato il piano di rientro proposto: lo Stadio non è stato considerato portatore di guadagni nel breve termine; il crollo del rublo una non giustificazione per i troppi debiti del club. E la VTB Bank - che deteneva quasi tutte le quote societarie - è stata costretta a vendere. Il Financial Fair Play è incompatibile con le realtà orientali i cui guadagni da diritti TV e merchandising è inferiore rispetto all'Europa Occidentale, ma forse è questo a cui la UEFA auspica. Ma del resto, che si tratti di una buffonata, si è visto tre giorni dopo aver sanzionato la Dinamo, revocando ogni limitazione a PSG e Manchester CIty.

Capitolo campionato. Sulla carta Zenit e CSKA hanno ancora qualcosa in più rispetto alle altre. Saranno loro a giocarsi il titolo?

Braga: Sono favorite, ma ci aggiungerei un terzo incomodo che secondo me farà molto bene quest’anno: lo Spartak. Non possono deludere ancora, finalmente hanno impostato il lavoro su una guida tecnica russa (e tra l’altro pure brava) e conteranno sullì’apporto di Shirokov. Privi di impegni europee, può essere la loro stagione. L’unica debolezza? La pressione che la piazza porta inevitabilmente alla squadra. Dietro queste tre la bagarre è clamorosa, Dinamo, Rubin, Lokomotiv, Krasnodar…..se invece vuoi una sorpresa da dietro dico: Kuban e Terek faranno un solido torneo, il Mordovia, quest’anno sorpresa del torneo, rischia grosso, mentre l’Anzhi può salvarsi con largo anticipo e puntare anche a qualcosa in più. Mi attendo anche una salvezza più facile per il Rostov.
Conforti: Come al solito, Zenit e CSKA partono sempre davanti alle altre. Come accaduto l'anno scorso, il Krasnodar proverà a dire la sua ancora, ma inevitabilmente combattere su tre fronti li penalizzerà. La Dinamo si è indebolita, mentre lo Spartak è una totale incognita. Occhio, comunque, agli uomini di Alenichev, un exploit stile Conte con la Juventus non lo escludo. Totalmente fuori da giochi la Lokomotiv, che anno dopo anno cade più in basso sotto falsi proclami con una presidentessa che ha fatto tutto il possibile per distruggere uno dei migliori club russi dal 1992 in poi. Il Rubin, seppure abbia emozionato nella scorsa RPL, non penso possa combattere per il titolo.
Farinone: E' presto per dirlo, il calciomercato è appena iniziato e non è ancora successo praticamente nulla. Comunque sì, lo Zenit parte largamente favorito e il CSKA sembra la rivale più accreditata, in attesa di capire come si comporteranno le altre moscovite.
Mongelli: Io credo che solo lo Zenit possa perdere il campionato. Sono una spanna sopra tutte le avversarie come collettivo. Il CSKA realisticamente continuerà a lottare per il secondo posto insieme a Krasnodar e Dinamo (qualora quest'ultima non vada incontro ad una smobilitazione).

Sul mercato il CSKA non si (ancora) mosso, confermando in blocco la rosa dello scorso anno? Mossa che pagherà?

Braga: Fino a un certo punto. Nel senso che la rosa è indiscutibilmente forte, ma con tre impegni….Strandberg è chiamato alla definitiva maturazione dopo sei mesi più che discreti. Può essere lui l’uomo in più….poi se fossi il dirigente del CSKA non mi affannerei più di tanto sul mercato: forse un difensore centrale (ma puntano su Chernov) e un altro attaccante.
Conforti: Il CSKA non ha mai fatto dei mercati faraonici e sicuramente il 2015 non farà eccezione. In generale, però, la squadra dell'esercito si è sempre dimostrata solida e per questo possiamo ancora aspettarci una stagione di primo piano. Prima dell'inizio della RPL, tuttavia, dovrebbe arrivare un centravanti. Il ds Babaev sta facendo di tutto per riportare Doumbia a Mosca, che alla Roma ha un po' deluso alle aspettative ma che va considerato come centravanti di caratura mondiale. La formula ideale sarebbe quella del prestito, anche se i Giallo-rossi preferirebbero incassare qualcosa dalla sua cessione. Per il resto, non dovremmo aspettarci altri rinforzi. In difesa Vasin è tornato dal fruttuoso prestito al Mordoviya, mentre il giovane Chernov scalpita per avere un maggior minutaggio in RPL. Come al solito, Slutskij si affiderà alla coppia Natkho-Eremenko: sono loro la spina dorsale di questo CSKA.
Farinone: In realtà è tornato Vasin, reduce da una buona stagione in prestito al Mordovia. Un po' poco, ok. Qualcosa i Soldati lo faranno senz'altro, in attacco hanno gli uomini contati e l'unica vera e propria prima punta è lo svedese Strandberg, un classe '97. Magari tornerà proprio Doumbia, chissà.
Mongelli: Il CSKA lo scorso anno ha agguantato la seconda piazza all'ultimo minuto dell'ultima giornata. Credo che ciò sia indicativo: alla squadra, per tornare competitiva, servono rinforzi. Un difensore centrale che dia il cambio ad Ignashevich ed ai gemelli Berezutskiy e una prima punta (Doumbia non è ancora stato sostituito). E andrebbero presi in fretta, visto che ci saranno due preliminari per arrivare ai gironi di Champions League.

Lo Zenit invece qualcosina ha fatto, ma dalla società comandata da Gazprom ci aspettiamo qualche nome importante soprattutto se dovesse partire Witsel.

Braga: Se parte Witsel sicuramente qualcuno arriverà, ma il belga rimane. Con il nuovo limite sugli stranieri per comprare un forestiero ne devi cedere uno, ecco perché il mercato è ancor più bloccato di quanto non lo sia solitamente. Punto molto su Dzyuba, mi convince nonostante tutti lo contestino, avrei tenuto in squadra Kerzhakov e forse anche Arshavin.
Conforti: Si, Witsel è sul punto di partenza e se veramente lo Zenit incasserà 30 milioni o più sarà un ottimo affare di mercato. Il belga, infatti, a San Pietroburgo non è praticamente mai stato decisivo. Sul mercato dunque aspettiamoci almeno due colpi, entrambi stranieri. Il primo dovrebbe essere Joao Moutinho, che volentieri riabbraccerebbe il vecchio tecnico Villas Boas. Il secondo dovrebbe essere un difensore centrale. Con Lombaerts vicino al trasferimento in Inghilterra e Neto poco affidabile, serve sicuramente qualcuno da affiancare a Garay. A proposito nelle ultime ore sono usciti i nomi di Savic e Nastasic, entrambi giovani e vogliosi di una nuova esperienza.
Farinone: Il mercato dello Zenit ruota sostanzialmente intorno alle possibili cessioni di tre giocatori, uno per reparto: Lombaerts (o al limite Neto, che però ha meno richieste), Witsel e Rondón. Nel caso in cui dovessero arrivare offerte consistenti, tutti e tre potrebbero fare le valigie. Un possibile sostituto di Witsel potrebbe essere João Moutinho, un giocatore che Villas-Boas conosce molto bene e che a mio parere farebbe fare il salto di qualità a tutto lo Zenit, che necessita terribilmente di un centrocampista con quelle caratteristiche, abile a impostare l'azione ma allo stesso tempo in grado anche di velocizzarla. Tecnica e dinamismo, l'essenza del calcio moderno.
Mongelli: A San Pietroburgo è arrivato un terzo portiere e Dzyuba, una prima punta che giocherà nel club della Gazprom soltanto per il proprio passaporto russo. Villas Boas ha chiesto ancora uno o due giocatori: un difensore centrale (ma prima deve partire Lombaerts) ed un centrocampista per il 4-3-3: il sogno è Joao Moutinho.

Sempre in casa Zenit, va segnalato l’addio a tre giocatori che a modo loro hanno scritto un pezzo di storia del club. Lasciano San Pietroburgo Kerzhakov, Tymoschyuk e Arshavin, probabilmente su suggerimento di Villas-Boas.

Braga: Togli pure il probabilmente. Non rientravano nei piani di AVB, ed era già palese lo scorso anno, quando i due attaccanti non giocarono nemmeno a Siviglia quando Hulk e Danny erano squalificati. Scelta opinabile…..come ho detto sopra almeno Kerzhakov l’avrei tenuto, può essere utile in tutti i tornei, sia come ricambio che come uomo sul quale puntare in fatto di gol. Tymoschuk, passato al Kayrat, da quando era tornato dal Bayern non aveva più dato l’impressione di essere utile alla causa, se non per qualche spezzone di gara.
Conforti: Esattamente. Tre leggende dello Zenit, che però non rientrano più nei piani tecnici di Villas Boas. Arshavin dovrebbe firmare a giorni per il Kuban', Kerzhakov è vicinissimo alla Lokomotiv, mentre Tymoshchuk è volato in Kazakistan dove è stato convinto dall'interessantissimo progetto del Kayrat. Nonostante si siano lasciati un po' male con i 'Bomzhi', la decisione è giusta, sopratutto se consideriamo gli innesti di Yusupov e Dzyuba, che li vanno a sostituire in tutto e per tutto.
Farinone: Arshavin e Tymoschuk andavano in scadenza, si sapeva che la dirigenza non avrebbe rinnovato loro il contratto. Seppur a malincuore, è una scelta che appoggio. Kerzhakov invece ha troncato definitivamente i rapporti con Villas-Boas nel mese di dicembre dello scorso anno, da allora non ha praticamente più giocato. Una gestione sicuramente discutibile - e a mio parere irrispettosa - per quello che è il miglior marcatore nella storia del calcio russo (oltre che dello Zenit). Ma a questo punto il divorzio appare inevitabile. Non è una novità, del resto, che il tecnico portoghese incontri delle difficoltà a relazionarsi con le bandiere della squadra che allena; al Chelsea accadde qualcosa di simile.
Mongelli: Villas Boas ha sempre cercato di eliminare i senatori dei club in modo da poter tenere senza problemi lo spogliatoio. Al Chelsea gli andò molto male, allo Zenit la società sta seguendo alla lettera le sue indicazioni. I tifosi non saranno contenti, ma se dovessero arrivare i risultati anche in campo europeo credo che ben presto salteranno dall'altro lato della barricata.

Nella capitale, oltre al CSKA, ci sono altre tre gloriose società. Lo Spartak si è appiccicata addosso, negli anni, l’etichetta dell’eterna perdente. Dopo il fallimento Yakin, la panchina è stata affidata all’emergente Alenichev: cambio funzionale?

Braga: Credo che in questo momento storico, dopo una stagione ancor più deprimente delle altre, chiunque possa fare meglio di Yakin, nonostante la grossa pressione che si ritrova. Yakin ha sbagliato tutto, ha pensato che fosse la Russia a dover capire lui, invece è il contrario. Alenychev ha fatto la gavetta a Tula con discreto successo, è una bandiera dello Spartak e ha, al momento, le carte in regola per fare bene. Ma lo Spartak a luglio è sempre campione, poi a fine stagione ad alzare il trofeo sono gli altri…
Conforti: La nomina di Alenichev è una totale scommessa. I risultati possono essere due: o una totale delusione o un totale successo. A mio parere, l'ex giocatore di Porto e Roma, può e deve essere l'uomo giusto per risollevare i 'Myaso'. Nella Mosca biancorossa hanno provato di tutto e nemmeno allenatori quotati come Emery o Yakin sono riusciti a far tornare lo Spartak di una volta. Ecco perché, mi auguro che Alenichev sia l'uomo giusto. Le sue squadre giocano un calcio molto propositivo e divertente, per cui sono convinto che sarà piacevole guardarli. L'ideale sarebbe avere un exploit come Conte alla Juventus oppure, sempre rimanendo nell'est Europa, di Rebrov alla Dynamo Kiev.
Farinone: Difficile dirlo. Alenichev è una scommessa: è un tecnico emergente, che ha disputato una sola stagione nella massima serie, lasciando intravedere alcune cose interessanti, ma alla fine retrocedendo (seppur con la compagine nettamente più debole del lotto). E' una mossa arrischiata, tipica di chi non sa più che pesci prendere. La speranza per i tifosi dello Spartak è che Alenichev si riveli quello che Conte ha rappresentato per la Juve... Ma sono molto più frequenti i casi in cui questo genere di operazioni finiscono in malo modo. C'è curiosità comunque, almeno da parte mia.
Mongelli: Alenichev ha un grande vantaggio: è russo, su una panchina dove tutti gli stranieri (da Laudrup a Yakin, passando perfino ad Emery) hanno fallito. Ha un altro grande vantaggio: è già stato allo Spartak da giocatore è conosce l'ambiente. Va tuttavia detta una cosa: il problema del club è anche e soprattutto nei quadri dirigenziali. Acquisti senza senso (adesso è arrivato Ze Luis dal Braga per ben 6,5 milioni di euro), pacchi regalo in uscita (vedi Tino Costa al Genoa per due anni in prestito gratuito). Serviva cambiare soprattutto lì, ed invece tutti rimangono stabilmente al loro posto.

La Lokomotiv invece ogni anno parte piena di speranze, ma crolla alla distanza. La sua vulcanica presidentessa ha chiuso i cordoni della borsa e chiamato Cherevchenko. Ma l’impressione è che la rosa sia stata indebolita.

Braga: Può ambire al massimo all’Europa League. L’organico è quello che è, e anche l’anno scorso si è visto. Gioco soporifero e coppa di Russia vinta praticamente sempre ai rigori, anche col Gazovik. L’Europa League potrebbe essere un’ulteriore zavorra per i ferrovieri.
Conforti: Come dico da tempo, la Lokomotiv va considerata come un mondo a parte. Da svariati anni, la presidentessa Olga Smorodskaya ha fatto di tutto per distruggere quanto di buono fatto dalle gestioni precedenti. Pertanto, è inutile aspettarsi qualcosa di interessante per la prossima stagione. Anche la Coppa di Russia vinta l'anno scorso, che comunque ha regalato delle belle emozioni, è stata conquista grazie ad un tabellone molto favorevole ed una finale riacciuffata quasi all'ultimo. In generale, la rosa non è malvagia, ma come in casa Spartak, la nomina di Igor' Cherevchenko rappresenta una vero terno al lotto. Amato dai tifosi, questa è la sua prima vera esperienza su una panchina di club. Nel frattempo è stato ufficializzato N'Dinga e a breve dovrebbe arrivare anche Kerzhakov. Il tutto per la serie diamo spazio ai giovani.
Farinone: Oddio, per il momento è arrivato l'ex Olympiacos N'Dinga (in prestito dal Monaco), il russo Kolomeytsev dall'Amkar ed è partito il solo Pavlyuchenko, che ormai non aveva più nulla da dare alla causa. Quindi non direi che si sia indebolita. Di sicuro non si è particolarmente rinforzata. E non è una cosa da poco per una squadra così incompleta, in ogni reparto. L'attacco è particolarmente ridotto all'osso, lì dovranno intervenire per forza. Cherevchenko è stato il gruppo a confermarlo, dopo la vittoria della Coppa di Russia. Ma secondo me durerà poco su quella panchina.
Mongelli: Anche in questo caso va detto che c'è una sanzione del Financial Fair Play. La Lokomotiv non può spendere più di quanto ricava dalle cessioni. Considerato che la rosa è povera qualitativamente e nessun giocatore è particolarmente ambito sul mercato interno od estero, ecco che ci si muoverà anche qui solo con parametri zero e prestiti. Per ora sono stati presi soltanto il mediano N'Dinga, ex Olympiakos, a titolo temporaneo, e lo svincolato Kolomejtsev dall'Amkar. Elementi discreti, ma che non fanno fare passi avanti alla rosa. Cherevchenko è un allenatore low cost, confermato su richiesta dello spogliatoio. Per i tifosi dei rossoverdi si profila un'altra stagione deludente: superare la fase a gironi di Europa League e centrare il quinto posto in campionato sarebbe già un successo.

Poi c’è la Dinamo, sorprendente nella scorsa Europa League quando chiuse il girone con sei vittorie, nella quale gioca uno dei più grandi talenti russi inespressi come Kokorin. Quando farà il salto di qualità?

Braga: Organizzo con i miei amici un fantacalcio sulla RPL. Non ti dico la soddisfazione di quelli che avevano in squadra Kokorin….Kokorin è il frutto del limite sugli stranieri. Posto assicurato, stipendio (esagerato) pure….perchè dovrebbe essere così scemo da impegnarsi anche? Secondo me il tempo per fare il salto di qualità è passato e senza coppe avrà ancora meno chance di crescere. Senza la chioccia Kuranyi potrebbe patire ancora di più, nonostante sia lui l’unico centravanti della Dinamo.
Conforti: Questo salto di qualità verrà fatto solo se i giovani che verranno provati sono veramente talentuosi. Il mercato della Dinamo è praticamente bloccato e solo una o più cessioni illustri (Samba, Valbuena, Kokorin) permetteranno di acquistare dei rinforzi di rilievo. In generale, la squadra delle polizie è stata quella maggiormente colpita dalle terribili sanzioni del FFP. Di conseguenza, Cherchesov dovrà far completo affidamento ad un mercato sobrio affidandosi su parametri zero e giovani. La fortuna ha voluto che M'Vila è stato acquistato prima delle sanzioni, mentre Djakov rappresenta comunque un'ottima alternativa a Douglas, difensore senza particolari punti di forza che dovrebbe lasciare a breve. La squadra, comunque, è dotata di buoni elementi, il problema sono le alternative. Se a Valbuena o Vainqueur viene un raffreddore, Cherchesov avrà molte gatte da pelare. Inoltre, manca anche un centravanti di spicco. Gignac è volato in Messico, mentre a Kuranyi non è stato rinnovato il contratto.
Farinone: Bella domanda. Forse quando lascerà il campionato russo. Forse quando troverà un allenatore in grado di stimolarlo a dovere. O forse mai. Considerando il passaporto che detiene, quest'ultima mi sembra l'ipotesi più credibile, purtroppo. Ma spero di sbagliarmi.
Mongelli: Mai temo. Kokorin ha i limiti caratteriali del calciatore russo. Prende (tanti) soldi, ha (tante) belle macchine, ha (tante) belle ragazze che gli girano intorno e si sente già realizzato.

A Krasnodar sanno fare calcio, mi sembra indubbio. FC e Kuban rappresentano aria fresca nel movimento russo. Possiamo parlare di nuove realtà o secondo voi devono ancora dimostrare qualcosa?

Braga: Non si ha mai finito di dimostrare qualcosa, figurarsi FC e Kuban, nuove realtà della RPL. Ho visto da vicino però come lavorano, e la cura dei dettagli, oltre che la programmazione, si riflettono sul campo. Inoltre Krasnodar è una città godibile, piena di gente per bene e con un clima ottimo per tutto l’anno….l’ideale per impostare un lavoro a tutto campo senza ostacoli. L’arrivo dell’Europa League nella città ha consegnato quella dimensione internazionale che mancava ai due club, così diversi (in fatto di storia) ma così simili (se si guarda il metodo di lavoro).
Conforti: Per me l'FC Krasnodar rappresenta il modello perfetto di come costruire una società di calcio da 0. Purtroppo anche loro sono stati sanzionati per motivi oscuri e per questo il loro mercato si è praticamente limitato ad acquistare giocatori russi di riserva. Sono sempre più convinto che con lo stadio nuovo e qualche rinforzo di rilievo, i "Tori" possono diventare una realà interessantissima del panorma europeo. Dall'altra parte, anche il Kuban' è una buonissima compagine, tuttavia il loro bilancio dipende totalmente dalla regione di Krasnodar. Essendoci la guerra in Ucraina, esso è sensibilmente calato e di conseguenza pure la crescita dei 'Canarini'. In generale, per fare un ulteriore salto di qualità nel calcio russo servono i privati. Essere finanziati delle regioni è una cosa inaccettabile che condiziona senza ombra di dubbio le prestazioni di una squadra. In definitiva, secondo me, l'FCK potrà dire la sua nei prossimi anni. Il Kuban', invece, rimarrà sempre nel limbo fino a quando non arriverà un vero investitore con un progetto di crescita.
Farinone: Al Krasnodar ormai manca solo un ultimo tassello, un ultimo salto di qualità, che potrebbe tardare ad arrivare però, per colpa di quel FFP del quale abbiamo già parlato. Il Kuban invece negli ultimi anni ha dovuto affrontare seri problemi economici e di conseguenza s'è visto costretto a ridurre il proprio budget e, quindi, le proprie ambizioni. Detto questo, Krasnodar è sicuramente una splendida realtà. Una città che vive per il calcio e con ampi margini di miglioramento.
Mongelli: Per il quanto riguarda l'FK Krasnodar, è ormai a tutti gli effetti una nuova realtà. Lo scorso anno ha perso la Champions League all'ultimo minuto di campionato, e tutto sommato va bene così: la prossima stagione servirà migliorarsi in Europa League (dove lo scorso anno arrivò terzo nel girone con Wolfsburg, Everton e Lille). A fine anno verrà inaugurato il nuovo stadio di proprietà, che si va aggiungere ad un academy che ben poche realtà ex sovietiche possono vantare. Non va dimenticato che i neroverdi hanno meno di dieci anni di vita, essendo stati fondati nel 2007. Il Kuban invece pare destinato a tornare nell'oblio, almeno europeo. Dopo due stagioni a livelli altissimi, lo scorso anno la crisi ucraina ha colpito duramente il proprietario dei canarini Mkrtchyan, tanto che per un paio di mesi si era temuto anche il fallimento della squadra. Hanno venduto il bulgaro Popov che era la stella della squadra, e nelle prossime settimane anche altri pezzi pregiati - come Xandao e Kaborè - potrebbero salutare. Faranno il loro onesto campionato a metà classifica.

Dopo un anno di purgatorio, l’Anzhi torna in prima divisione. Ma i tempi di “vacche grasse” sono molto lontani. Qual è la situazione attuale del club?

Braga: Sono convinto che si salveranno agevolmente, poi si vedrà. Preferisco questa gestione a quella precedente, che porterà risultati nel lungo periodo. A dire la verità, quella precedente non ne portò neppure nel breve, perché sì, ottavi di Europa League a parte, l’Anzhi non giocò mai la CL e non alzò alcun trofeo. Semin ha lavorato molto bene a Saransk, secondo me ha le carte in regola per replicare la stagione scorsa.
Conforti: Per me, invece, l'Anzhi ha un futuro molto lucente davanti a se. Dopo lo smantellamento di due estati fa, Kerimov ha dato vita ad un progetto molto interessante, paragonabile per certi aspetti a quello del Krasnodar. Dopo la promozione dalla FNL, hanno nominato come allenatore una leggenda vivente come Yurij Syomin, il quale ha permesso di portare nomi importanti a Makhachkala. Con la crisi delle moscovite, per me lotteranno sino alla fine per entrare in Europa. Lo stadio è praticamente nuovo e con il caldo supporto del popolo daghestano potranno andare lontano. Quindi, checché se ne dica, l'Anzhi a mio parere è tornato più in luce che mai, senza gli stipendi faraonici ma con dei giocatori che vogliono veramente difendere i colori giallo-verdi.
Farinone: Quei bei tempi sono finiti e dubito che mai ritorneranno. Però la sensazione è che il progetto-Anzhi non sia del tutto morto, da quelle parti vogliono tornare a essere competitivi, seppur senza spendere le cifre folli del recente passato. I colpi che finora hanno messo a segno non mi entusiasmano, ma Semin in panchina dovrebbe essere una garanzia.
Mongelli: Niente più spese folli da parte di Kerimov, ma mercato oculato in modo da conquistare la salvezza senza troppi problemi. E' stato scelto un tecnico esperto come Semin che ha chiesto ed ottenuto il suo fedelissimo Ebecilio. Per il resto, sono arrivati alcuni onesti mestieranti dalla FNL (la seconda divisione russa), il giovane difensore serbo Darko Lazic (di cui si parla molto bene), e un'operazione marketing (come la chiamo io) con Hugo Almeida, così che in Europa si possa tornare a parlare nuovamente di Anzhi.

Pronostici. Chi vince la RPL 2015/16? Chi retrocede? E soprattutto, chi ha più possibilità di fare strada in Europa?

Braga: Vittoria del torneo Spartak Mosca. Retrocedono non so, ti dico le ultime quattro chi saranno: Mordovia, Ufa, Krylya Sovetov e Ural. In Europa andranno avanti Zenit e CSKA (la competizioone dipenderà dai sorteggi di preliminari e gironi), punto forte anche su Krasnodar e Rubin, meno sulla Lokomotiv.
Conforti: Secondo me, la RPL 2015/16 verrà vinta ancora dallo Zenit, ma ribadisco di tener d'occhio il Krasnodar. Retrocedono Mordoviya e Ufa. Riguardo alla campagna europea delle russe, penso che lo Zenit possa arrivare sino a quarti di Champions League ma solo se rafforza l'attuale rosa. Il CSKA spero che riesca a passare il girone, ma niente di più. Idem la Lokomotiv in Europa League. Sono, invece, molto curioso di vedere come si comporteranno sia Rubin che Krasnodar. Tutto dipenderà dal sorteggio dei play-off, tuttavia hanno delle rose di qualità e potranno dire la loro in EL.
Farinone: Per il campionato dico Zenit. Prevedo la retrocessione diretta di Amkar e Ufa, ma - come detto - è ancora troppo presto per fare questo genere di pronostici, molte cose potrebbero cambiare nel prossimo mese e mezzo. Per quanto riguarda l'ultima domanda, mi auguro lo Zenit. Sarebbe anche l'ora, no?
Mongelli: Zenit vincitore senza problemi. Ufa e Mordovia retrocesse (anche se manca ancora un mese e mezzo di calciomercato e può succedere qualsiasi cosa), Amkar e Krylya Sovetov ai playoff. In campo europeo, molto dipenderà dai sorteggi e dai gironi. Lo Zenit può tranquillamente arrivare agli ottavi di Champions League o vincere l'Europa League (in caso di retrocessione). Il Krasnodar ha tutto per raggiungere almeno i quarti della seconda competizione continentale. Per Lokomotiv e Rubin sarebbe invece già un successo superare la fase a gironi. Capitolo CSKA: personalmente non credo riescano ad accedere alla fase a gironi di Champions League. Pertanto sarebbe auspicabile un buon cammino (almeno i quarti) in Europa League.

Passiamo alla nazionale. Fabio Capello è stato esonerato dalla federazione dopo i recenti fallimenti a livello sportivo. Con Euro 2016 difficile da raggiungere, si lavora per Russia 2018. Lì non si può sbagliare.

Braga: Rimango dell’idea che Euro 2016 rimanga un obiettivo da raggiungere, anche se andarci in queste condizioni….Nel 2018 la pressione sarà alle stelle, temo che difficilmente si possa fare qualcosa di buono, soprattutto se sono questi i presupposti.
Conforti: Ormai il cammino della Russia verso Euro 2016 è già stato pesantemente compromesso. Capello si è dimostrato il solito allenatore mediocre che ha fatto bene solo con rose stellari, non a caso per me è uno degli allenatori più sopravvalutati della storia. L'esonero non è ancora stato ufficializzato e, considerando la mediocrità della classe dirigenziale calcistica russa, non mi sorprenderei neppure se alla fine Capello rimanesse al timone sino al termine dei Mondiali casalinghi. D'altronde i soldi in Federazione non ci sono e Capello ha al suo seguito un gruppo fortissimo di avvocati. Per cambiare rotta, comunque, serve davvero allontanare il tecnico italiano, che veramente non ci sta capendo più niente convocando giocatori a caso e senza una logica. Inoltre, l'attuale Russia non ha nemmeno uno straccio di gioco, non a caso sempre più tifosi stanno boicottando le gare della Nazionale.
Farinone: Beh la qualificazione ai prossimi Europei, almeno per come la vedo io, deve essere un obiettivo primario, da raggiungere a tutti i costi. Non è ancora tutto perduto. Il problema principale è il ricambio generazionale insufficiente, specialmente in alcuni reparti (voglio dire, in difesa continuano a giocare Vasily Berezutskiy e Ignashevich...). Con queste basi è davvero complicato preparare nel miglior modo possibile l'atteso appuntamento del 2018.
Mongelli: Capello non è ancora stato esonerato. A però le ore contate: di fatto se fallisce l'approdo agli Europei farà ciao ciao alla panchina. Per Russia 2018 la situazione è complessa: di giocatori di livello ce ne sono pochi, e sono quasi tutti nel reparto offensivo. Anche l'under 19, su cui si punta molto, dietro non ha giocatori di livello.

Chi vedreste meglio per la successione di Capello. Pare che a Mosca ci si sia orientati verso un russo… 

Braga: Vedevo bene Karpin, ma ha firmato con la Torpedo Armavir. Kononov, Slutsky sono bravissimi, ma vedo negativamente il doppio incarico. Quelli liberi sono pochi, andrei in ogni caso su uno specialista russo.
Conforti: Per quanto mi riguarda, i nomi sono tre: Berdyev, Borodyuk e Goncharenko. Il primo ha appena rinnovato con il Rostov, tuttavia sono convinto che sarebbe disposto a lasciare il club in riva al Don. Con lui la squadra sarebbe compatta e avrebbe una vera identità. L'incognita sta nel fatto di non aver mai allenato una nazionale e che quindi non è abituato a certi ritmi. Il secondo, invece, è il mio preferito. Attualmente libero, ha già lavorato in Nazionale come assistente. Conosce già l'ambiente ed un sacco di giocatori. Inoltre, due anni fa ha fatto bene pure con la Torpedo, portandola alla promozione in RPL. Chiude l'allenatore bielorusso che ha appena firmato con l'Ural. Lui è sicuramente quello più di prospettiva e che potrebbe portare veramente delle idee innovative ed un calcio offensivo. Tuttavia, dubito che sia pronto a lasciare Ekaterinburg. Non ho inserito Slutskij perché credo sia perfetto per il CSKA e un eventuale sua approdo alla Sbornaja farebbe soltanto male alle due parti.
Farinone: Si è parlato di Slutskiy, ora c'è Cherchesov libero, la sensazione è che questa volta decideranno di puntare su un tecnico locale. Se Hiddink avesse una decina d'anni in meno, il mio candidato ideale sarebbe lui. Il profilo, comunque, dovrebbe essere quello, per quanto mi riguarda.
Mongelli: Il nome più papabile è quello di Slutskiy del CSKA, anche se personalmente mi lascia moltissimi dubbi. Sognando ad occhi aperti, a me piacerebbe molto uno tra Van Gaal e De Boer.

Ultima domanda, dedicata a chi segue il calcio giovanile. Quali sono i giovani talenti da tenere sott’occhio quest’anno?

Braga: Ne vedo pochi in giro di giovani russi che possono fare bene in questo campionato. Chernov, l'unico uomo sulla terra ad aver debuttato con la nazionale nonostante non abbia mai giocato coi professionisti, troverà spazio nel CSKA. Poi direi Tkachev col Krylya e Shejdaev allo Zenit, nonostante la concorrenza.
Conforti: Bella domanda. Su tutti Aleksey Miranchuk della Lokomotiv che potrà diventare il nuovo fenomeno del calcio russo ancora più di Arshavin. Il ragazzo è maturo e ha già la testa dei grandi giocatori. Come già detto in un'altra intervista ad Andrea, a me piace molto Mirzov. Quest'anno ha fatto molto bene alla Torpedo e, vista la retrocessione, dovrebbe accasarsi al Terek. E' un'ala sinistra molto interessante che ama accentrarsi. Onestamente, non capisco come mai Capello non l'abbia mai convocato. Rimanendo sui russi, occhi puntati su Golovin (CSKA) e Davydov (Spartak), i quali hanno già debuttato in nazionale. Passando agli stranieri, a me è piaciuto molto l'ucraino Zinchenko dell'Ufa. Scuola Shakhtar, classe '96, ha già disputato svariate presenze in RPL. Per gli amanti del Sud America, invece, il Rubin è la squadra da guardare. Cotugno e Lemos, entrambi uruguaiani, sono il futuro della squadra di Kazan'.
Farinone: Miranchuk della Lokomotiv, Efremov e Golovin del CSKA, Davydov dello Spartak e l'attaccante scuola Dinamo Panyukov, ammesso che qualcuno lo riporti in Russia (attualmente milita in Lituania). E poi Nabiullin, terzino sinistro del Rubin, che rispetto a questi però è già piuttosto affermato.
Mongelli: Da tenere d'occhio c'è il classe '96 ucraino Zinchenko dell'Ufa (già nel giro della prima squadra), arrivato in Russia lo scorso gennaio e strappato alla concorrenza di diversi top club. La maggior parte dei ragazzi interessanti si trova però a Kazan: gli uruguaiani Cotugno (che deve riconfermarsi dopo sei ottimi mesi) e Lemos, il terzino Nabiullin ed il trequartista del 1997 AKhmetov, che potrebbe già ritagliarsi un po' di spazio. In assoluto, però, quello da cui ci si aspetta di più è Aleksey Miranchuk della Lokomotiv: trequartista classe 1995, molto bravo tecnicamente, potrebbe esplodere se Cherevchenko gli dovesse concedere spazio.

Michael Braga - Appassionato di calcio russo da molti anni, segue da vicino le gesta di Zenit e delle due società di Krasnodar. Proprio a Krasnodar ha passato un periodo nel 2014, studiando da vicino l'evoluzione del calcio locale. Collabora con Mondopallone [Twitter]

Stefano Conforti - Italo-russo, ha fondato FCLMmagazine: la prima rivista online in inglese riguardante un club dell'est Europa. Creatore e gestore di un network riguardante la Lokomotiv Mosca, mira a sviluppare il brand rosso-verde nel mondo. Segue il calcio russo e non solo ormai da molti anni, sogna di lavorare nel mondo del calcio [Twitter - Blog
Alberto Farinone - Tifoso dello Zenit, ha fondato il primo forum italiano dedicato al calcio russo [Twitter]

Matteo Mongelli - Segue il calcio russo da cinque stagioni, incuriosito non soltanto dal calcio ma anche dal modo in cui viene visto in diverse culture, da quella cecena a quella tartara a quella siberiana, fino ad arrivare alle occidentalizzate Mosca e San Pietroburgo. Studia psicologia, sogna di fare il procuratore [Twitter]

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