lunedì 21 dicembre 2015

Intervista - Matteo Mongelli e la Superligaen


 
Seconda tappa del nostro viaggio alla scoperta del calcio mondiale. Dopo la Liga NOS portoghese, ampiamente sviscerata con Matteo Maggio, ci spostiamo in Danimarca. A parlarne con me c'è Matteo Mongelli, già ospitato un paio di volte in questo mio spazio. Con lui abbiamo parlato di Superligaen, nazionale e giovani talenti.
 
In Danimarca siamo arrivati alla consueta sosta invernale. Che cosa ci hanno detto questi primi diciotto turni di Superligaen?
 
Ci hanno regalato diversi spunti interessanti, sia a livello di singoli (e si parla di uno Spalvis tornato a segnare dopo l'infortunio che lo aveva tenuto ai box pressochè tutta la scorsa stagione), sia a livello di collettivi, con un paio di sorprese.
 
A guidare la classifica c'è il Copenaghen, con un punto sulla prima inseguitrice ed un match da recuperare. Riuscirà la compagine della capitale a vincere il suo quinto titolo in otto anni, dopo due stagioni di digiuno?
 
Si, è possibile. I leoni della capitale hanno sfruttato qualche passo falso di troppo del Midtjylland (complice anche il cammino europeo che ha tolto forze) e la contemporanea propria assenza per arrivare in vetta alla pausa. La squadra sulla carta è la più forte del campionato, guidata da un tecnico (Solbakken) che ha saputo già in passato vincere.
 
Quali sono i punti di forza di questa squadra? E come si è inserito l'attaccante paraguayano Santander?
 
Il Kobenhavn ha fatto tanti investimenti in estate, perdendo il solo Gislason tra quelli che erano i titolari della scorsa stagione, ma inserendo diversi uomini di livello: penso al ritorno di Peter Ankersen, Kvist e Kusk in Danimarca, penso allo sloveno Verbic, un giocatore molte interessante; oltre a Santander. Il paraguaiano non ha ancora visto molto la porta (soltanto 2 volte), ma ha comunque offerto qualche discreta prestazione. Chiaramente da lui ci si aspetta di più.
 
La classifica per ora è corta. Dietro al Copenaghen troviamo Aalborg, Midtjylland e SønderjyskE racchiuse in tre punti. Chi tra loro può dire la sua in ottica titolo?
 
Credo che Aalborg e Midtjylland possano provare a rimanere attaccati alla vetta fino all'ultima giornata. Impossibile - almeno per me - che ci resti il SonderjyskE, il cui rendimento è superiore alle attese anche del tifoso più ottimista. E' una squadra partita con ambizioni di salvezza e poco più, ma che il tecnico Michelsen è riuscito a far rendere.
 
Pensi che nella seconda parte di stagione possa inserirsi nei piani alti qualche sorpresa? Da chi ti aspetti un salto di qualità?
 
Non penso che i primi tre posti siano in discussione. Ci si aspetta forse qualcosina in più dal Brondby e dal Nordsjaelland: questi ultimi hanno anche esonerato l'islandese Kristjansson e richiamato Hjulmand, il tecnico capace di portare il primo ed unico titolo della storia a Farum nel 2011/12.
 
Capitolo delusioni. Quali club stanno facendo peggio?
 
Dire l'Hobro (ultimo in classifica) sarebbe troppo semplice. La delusione più grande è l'Esbjerg, penultimo a +5 sulla piazza retrocessione. La rosa è da almeno metà classifica, ma sta faticando ad esprimersi su buoni livelli. E' una stagione travagliata, cominciata male, proseguita con l'esonero del tecnico Frederiksen dopo appena 4 giornate, l'interregno di Pedersen e l'ingaggio di Dal Andersen. Ma è cambiato poco.
 
Che periodo storico sta passando il movimento calcistico danese? E - secondo te - di che livello è il campionato locale?
 
Quella di quest'anno è una stagione di transizione, con la Superligaen che dal prossimo anno passerà da 12 a 14 squadre. L'obiettivo è aumentare ulteriormente la competitività di un campionato che sta avendo un periodo di flessione dopo essere stato - qualche stagione fa - il migliore tra tutti quelli scandinavi. Ad oggi, invece, la differenza con Allsvenskann e Tippeligaen è minimale.
 
La nazionale non ha centrato l'accesso al primo Europeo allargato. Un fallimento annunciato o questa squadra non valeva la fase finale?
 
E' stato un fallimento imbarazzante. Credo che nessuno giudichi la selezione danese, con giocatori validi come Fischer, Eriksen, Schone e Braithwaite inferiore alla nazionale albanese. Ed invece i biancorossi hanno chiuso il girone dietro ai balcanici. Ha pagato per tutti lo storico CT Olsen, dimessosi dopo l'eliminazione ai playout contro la Svezia. Forse è anche giusto così.
 
Che prospettive future ha la selezione biancorossa?
 
In teoria buone, con diversi giovani in rampa di lancio pronti ad inserirsi in un gruppo di ragazzi di talento come i già citati Eriksen, Fischer e Schone che sono ancora abbastanza giovani. Parlo di ragazzi in ogni parte del campo, dalla difesa (Banggaard Jensen, Gregor, oltre al 97 Gartenmann, migrato giovanissimo negli olandesi dell'Heerenveen) all'attacco (dove la stella è Pione Sisto). Bisogna soltanto sperare che vengano mantenute le attese.
 
Chiudiamo con un accenno ai giovani talenti: chi si sta distinguendo in campionato? E chi ci consigli di seguire con attenzione?
 
I nomi su cui puntare sin da subito sono Augustinsson e Amartey. Il primo è un terzino svedese, campione d'Europa U21, merce rare perchè mancino. Il secondo un mediano ghanese del 1994, pescato lo scorso anno in Svezia e che ha già attirato di diversi club inglesi, tra cui il Leicester che però è scappato dopo che si è visto chiedere circa 8 milioni di euro per portarlo via dal Parken. Passando in casa Midtjylland, Sisto (1995) è un nome che gli appassionati di calcio scandinavo conoscono già dall'anno scorso, Duelund (1997) il prossimo craque. Il capocannoniere della Superligaen ad ora è il lituano Spalvis (94, Aalborg). Fece bene già due anni fa, poi un infortunio e il ritorno quest'anno: è pronto per il salto di qualità in un campionato maggiore a poco prezzo. Infine segnalo anche Hjulsager (95), esterno/trequartista scuola Brondby: molto sottovalutato, ma a piace moltissimo.
 
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