giovedì 10 luglio 2014

Intervista a Francesco Naldi: focus sulla Tippeligaen norvegese


Dopo aver dato spazio ad Islanda e Svezia, voliamo in Norvegia, dove per parlare di Tippeligaen non si poteva che interpellare il maggior conoscitore italiano di questo torneo.


Francesco Naldi, blogger livornese, si è fatto una chiacchierata con noi e ci ha parlato di tutto ciò che calcisticamente è Norvegia: dal campionato alla nazionale, fino all'immancabile segnalazioni di talenti da seguire.

Ciao Francesco. Considerandoti il maggior esperto italiano di calcio norvegese non si può non iniziare con un quesito di carattere generale: a che punto è il movimento “pallonaro”? Ci sono possibilità di ascesa nel prossimo futuro?

Il campionato norvegese sta vivendo una fase interlocutoria iniziata a partire dalla “caduta” del grande Rosenborg, che per tutti gli anni Novanta ha dominato incontrastato il calcio in patria arrivando ad affermarsi anche in Europa (stiamo parlando di una squadra che è arrivata pure ai quarti di Champions League nel ‘96/97) e trovandosi ad avere un ruolo di guida anche per quanto riguarda la nazionale. La fine dell’egemonia del Rosenborg, con la contemporanea incapacità degli altri club di prenderne il posto, ha un po’ “disorientato” l’intero movimento: per un verso, l’assenza di uno “squadrone” ha reso più equilibrati ed avvincenti i campionati (che il Rosenborg ha “cannibalizzato, pensa che dal 1988 al 2006 ha vinto sedici scudetti su diciannove, di cui tredici consecutivi!), per un verso però ha indebolito il livello generale del calcio norvegese, non più in grado di esprimere un club capace di fare la “voce grossa” anche all’estero. Per questo nel prossimo futuro pare improbabili che ci siano grandi exploit da parte di squadre provenienti dal Grande Nord.

La Tippeligaen è un campionato interessante, poco tattico e discretamente divertente. Quanto incide tutto questo sui risultati ottenuti fuori dai patri confini?

Il problema è più o meno lo stesso di cui ti stavo parlando poco fa: il calcio norvegese ha avuto un “livellamento al mezzo” dei rapporti di forza, per cui le squadre più forti si sono indebolite e quelle più deboli si sono attrezzate meglio. Ne consegue che, mentre in patria i campionati sono spesso scoppiettanti e indecisi fino all’ultimo, nelle coppe europee i club norvegesi non raccolgono niente più che risultati dignitosi, non riuscendo a prevalere contro squadre dei campionati più prestigiosi e qualificandosi raramente alle fasi a gironi (ed è dal 2007/08 che una squadra norvegese non supera questa fase).

Siamo quasi al giro di boa, e per ora il Molde non pare voler cedere la vetta. Ce la faranno i bianconeri a vincere il terzo titolo in quattro anni?

Il cammino è ancora lungo e seguendo il calcio norvegese si impara a non dare mai nulla per scontato, perché i risultati imprevedibili sono all’ordine del giorno anche più che ad altre latitudini e durante il mercato estivo non si sa mai cosa può succedere. Detto questo, il Molde sembra essersi ripreso dalla disastrosa stagione dell’anno passato (in cui salvò il salvabile vincendo la Coppa, che comunque in Norvegia è ritenuta importante quasi quanto il campionato) ed aver trovato una compattezza più solida di quelle delle inseguitrici, su cui vanta già qualche punto di vantaggio. Quindi al momento senz’altro il Molde è il favorito d’obbligo per la conquista del titolo.

La principale antagonista rimane senza dubbio lo Strømsgodset campione uscente, ma il Rosenborg – secondo lo scorso anno – è una squadra da non sottovalutare. Possono stravolgere le gerarchie di classifica?

Anche se lo Strømsgodset è campione in carica ed il Rosenborg viene da un’altra stagione così e così, credo che sia quest’ultima la squadra da tenere più d’occhio. Il Rosenborg, anche se difficilmente tornerà ai livelli eccelsi di un tempo, è pur sempre una squadra attrezzata e solida, con una grandissima esperienza. La rosa di quest’anno è molto buona: anche se magari non riuscirà a riprendere il Molde, è probabile che lotti fino all’ultimo, a patto però che l’ambiente non senta troppo la “pressione”; giocare nella squadra più famosa della nazione, infatti, non sempre è facilissimo, e ogni tanto qualche clamoroso scivolone (come l’eliminazione dalla Coppa avvenuta poco più di un mese fa a causa di una sconfitta casalinga contro una squadra di “serie B”, il Ranheim) può destabilizzare la squadra e influire negativamente sui risultati.

Mi dai le tue favorite per la corsa all’Europa? Chi vedi come possibile sorpresa e chi pensi retrocederà a fine anno?

Le squadre che al momento occupano le prime tre posizioni, ossia le già citate Molde, Strømsgodset e Rosenborg è probabile che in Europa ci vadano. Attenzione però alle due grandi sorprese di quest’anno, Odd e Vålerenga: hanno fatto una grande prima metà di stagione, e se tengono questo passo potrebbero fare il colpaccio e qualificarsi in Europa League. C’è poi il posto europeo assegnato dalla Coppa, dalla quale Strømsgodset e Rosenborg sono già state eliminate: se non rivincerà il Molde, la Coppa potrebbe portare in Europa una squadra come Lillestrøm, Viking o magari proprio Odd. Per la retrocessione vedo messo molto male il Sandnes Ulf, mentre le altre squadre in lotta per la salvezza sono un po’ più solide – diciamo pure che sono delusioni, perché avrebbero dovuto lottare per ben altri obiettivi – e venderanno cara la pelle fino all’ultimo, ossia Brann, Haugesund e Aalesund. Se queste squadre torneranno su, la lotta per la salvezza potrebbe diventare un campale scontro a sette-otto squadre e coinvolgere squadre più deboli come Start e Sarpsborg 08. Non dimentichiamo comunque che l’anno scorso ad andare giù fu una delle squadre sulla carta più forti in circolazione, cioè il Tromsø: chi lotta per la salvezza farà bene a non distrarsi se non vuole passare grossi guai!

Uno dei giocatori più interessanti della Tippeligaen è senza dubbio l’attuale capocannoniere Kjartansson, attaccante islandese che gioca nel Vålerenga. Oltre a lui, in Norvegia troviamo una folta colonia di islandesi. Come te lo spieghi?

C’è un canale privilegiato, grazie anche al lavoro degli osservatori delle squadre e i procuratori dei giocatori, che lega l’Islanda alla Norvegia: ormai ogni giocatore islandese di buon livello approda in Norvegia (o in altri campionati scandinavi) e magari da lì, se è veramente competitivo, punta a campionati più prestigiosi, come ha fatto anche Birkir Bjarnason, dall’Islanda all’Italia via Viking. Ed è proprio il Viking la squadra più attiva quanto a mercato islandese: al momento ben cinque giocatori della sua rosa sono islandesi. E sono forti, come forte è appunto Vidar Örn Kjartansson che hai appena citato: è un ragazzo che viaggia all’incredibile media di un gol a partita!

La Norvegia, così come la Svezia, ha fatto dell’integrazione uno dei suoi punti di forza tanto da naturalizzare parecchi ragazzi facendo leva sul fatto che, fin da piccoli, costoro emigrarono lì da paesi meno fortunati. Tutto questo sta aiutando a crescere il calcio norvegese?

Assolutamente sì: molte delle maggiori promesse del calcio norvegese sono di origine straniera. In realtà, non sempre si tratta nemmeno propriamente di naturalizzati, bensì di norvegesi di prima generazione, nati in Norvegia da genitori là emigrati anni addietro ma comunque cittadini norvegesi a tutti gli effetti. Questa caratteristica, specchio di una società che ha fatto della multietnicità una sua caratteristica peculiare, è un punto di forza del calcio norvegese del futuro: se ci saranno sviluppi, lo dovremo anche al prezioso apporto di questi “neo-norvegesi”!

La nazionale vichinga non si può certo dire che se la passi bene, dato che non partecipa ad un Mondiale dal 1998 e ad un Europeo dal 2000. Prevedi miglioramenti nel prossimo futuro?

Nel breve termine, purtroppo, non credo che saranno possibili grandi risultati: la nazionale norvegese non riesce a competere con le squadre più forti – e nemmeno con molte di quelle un po’ meno forti... – d’Europa perché al momento il suo livello è piuttosto basso. La speranza però viene dalle giovanili: le semifinali raggiunte dall’Under 21 nel campionato europeo di categoria giocato in Israele l’anno scorso, raggiunte con pieno merito da una squadra molto interessante, rappresentano in tal senso una robusta base di partenza: ci vorranno un po’ di anni e un bel lavoro ma, se la federazione sarà in grado di partire da questi ragazzi per costruire la nazionale del futuro (alcuni dei protagonisti della spedizione israeliana sono già oggi pedine importanti della nazionale maggiore), potrebbe arrivare qualche soddisfazione in più.

Ci dici qualcosa sulle selezioni giovanili norvegesi? Qual è il livello tecnico (e anche di talento) rispetto alle “colleghe” scandinave?

Come ti dicevo prima, il livello delle giovanili norvegesi è piuttosto alto e lascia ben sperare: si tratta spesso di ragazzi che sin da giovanissimi partono per l’estero per maturare in campionati più prestigiosi (non di rado vengono acquistati da qualche squadra inglese che poi li manda a farsi le ossa in giro per l’Europa in prestito). Talvolta troppe pressioni su ragazzi così giovani finiscono con il “bruciare” belle speranze, ma più spesso questi ragazzi finiscono col diventare un patrimonio prezioso per l’intero movimento e portare un grande contributo alla causa del calcio norvegese.

La domanda finale non può che riguardare i giovani talenti. Ci fai il nome di qualche giovane talento pronto ad esplodere prossimamente?

I giovani norvegesi più interessanti giocano già in campionati importanti, quindi di fatto sono già stati “scoperti” e la loro “esplosione” è già sotto gli occhi di tutti. Io ad esempio ammiro molto Joshua King, ventiduenne in forza al Blackburn, che però è già ben noto agli esperti. Guardando quindi a quelli un po’ meno famosi, direi che vanno seguiti con attenzione anche Bård Finne (classe ’95, attualmente al Colonia, nella “B” tedesca) e Mohamed Elyounoussi, diciannovenne che gioca nel Molde ed è cugino del già affermato Tarik (anche lui gioca in Germania, nell’Hoffenheim). Se invece vogliamo dare un’occhiata ai veramente giovani, citiamo Zymer Bytyqi, sotto contratto col Salisburgo ma in forza in prestito al Sandnes Ulf, e Vajebah Sakor, che milita nelle giovanili della Juventus: sono due ’96 molto interessanti. Ma quello più interessante di tutti forse è Martin Ødegaard, gioca nello Strømsgodset dove quest’anno ha collezionato finora otto presenze e due gol e... cos’ha di interessante? Be’, è nato il 17 dicembre 1998... cioè ha solo quindici anni (beato lui!) Cioè, se cresce bene può diventare il più forte calciatore norvegese dei prossimi quindici anni!

SPAZIO SCANDINAVIA - Puntate precedenti

Islanda (Francesco Cositore)
Svezia (Giuliano Adaglio)

1 commento:

  1. Ho visto Odegaard ed è veramente bravo e atipico fisicamente (va bene, anche tecnicamente) per essere un norvegese!
    Penso che l'importante sia il suo dimostrarsi altruista, perché forse in Norvegia viene facile, quando si è abili tecnicamente, voler fare tutto da soli per mettersi in mostra.

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